Centrodestra, percorso a ostacoli sul

Mercoledì 30 Luglio 2014
(m.l.) Più frammentato di così non si può. Il centrodestra rodigino, contando pure il mese di ferie per eccellenza, agosto, ha poche settimane davanti a sè per fare un po' di chiarezza. Da settembre inizierà la corsa elettorale alla conquista del capoluogo e vista la débacle dell'ultima amministrazione a Palazzo Nodari, di certo non sarà una scalata facile alla ri-conquista del potere.
Renzo Marangon, presidente del circolo di Forza Italia "Rovigo-Polesine 2020", è convinto che sarà un autunno di fuoco: «Per poter affrontare con serenità di giudizio e a mente fredda i problemi del Comune capoluogo deve passare tutto agosto e forse ai primi di settembre avremo digerito tutto quello che è capitato. L'area moderata a Rovigo è culturalmente e ampiamente maggioritaria. Si tratta di vedere se ci sono le condizioni per "densificare" questa maggioranza. Ovvero prendere nome, gambe e testa di una o due persone che facciano da collante propositivo».
L'ex assessore regionale non si nasconde dietro a giri di parole ed è certo che per gestire Palazzo Nodari serve un politico esperto: «Bruno Piva era l'espressione della cosiddetta società civile e abbiamo visto quello che è successo. Serve qualcuno che la macchina comunale la conosca bene. Faccio un esempio molto calzante: Matteo Renzi prima di fare il Presidente del Consiglio ha fatto per cinque anni il presidente della Provincia, poi altri cinque da sindaco, si è candidato alla guida del suo partito ed è diventato segretario nazionale del Pd. Insomma ha seguito il classico cursus honorum di chi fa politica. Il centrodestra riuscirà ad essere sufficientemente maturo se avrà la forza di non farsi prendere in giro da persone fuori Rovigo che fanno esperimenti sulla città. Come Maria Luisa Coppola e i suoi candidati improvvisati. È bene che i nostri amici del Basso Polesine stiano a casa loro».
Andrea Bimbatti, uno dei quattro coordinatori di Forza Italia, la vede nera: «Trovare un percorso comune è possibile ma non sicuramente facile. È prematuro fare previsioni. Non credo sarà possibile presentare il centrodestra con l'assetto che aveva l'ultima volta. Mi par di capire che c'è un forte movimento civico in atto. Facciamo trascorrere l'estate e vediamo che succederà. Ci sono troppe variabili e al momento non vedo nessun candidato papabile, nemmeno a sinistra. Per quanto riguarda le liste civiche bisogna vedere se sono civiche vere o che nascondono il vecchio. Se sono nuove possono avere un significato altrimenti sono prese in giro».
Il Nuovo centrodestra intanto guarda dalla finestra per vedere che succede. Paolo Avezzù, a differenza di Marangon, vede un futuro fatto dalla "società civile".
«Ce la prendiamo con calma. L'8 agosto abbiamo un direttivo con i 22 presidenti di circolo e gli altri che fanno parte del vertice provinciale del partito. Vogliamo tenere aggiornati tutti su quello che è successo a Roma nell'ultimo incontro della settimana scorsa con i riferimenti nazionali, sulle partecipate anche in vista dell'assemblea di Polacque (oggi, ndr) e sul Comune di Rovigo. Cosa faremo? Sicuramente Ncd ci sarà. Con chi? Vedremo. È tutto da fare e da valutare ancora. Anche se siamo nati da poco siamo più che mai in campo. E proprio fresco dall'esperienza di Roma (Avezzù ha partecipato all'ultimo incontro nella capitale, ndr) credo che mai più daremo un contributo a una fotocopia di quello che c'è già stato. Siamo per qualcosa di nuovo e di diverso. A caldo abbiamo anche detto mai più con questa Forza Italia, che a livello locale somiglia a un caravan serraglio. Guardiamo verso la società civile. Visto i dati di Rovigo alle Europee, mi pare ci sia un mondo enorme a cui rivolgersi». (((lucchinm)))
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