(M.Luc.) Veglione in piazza Vittorio Emanuele per salutare il nuovo anno? Non tutto è perduto. Lo rivela l'organizzatore della Festa Dieci-Dieci Rubens Pizzo, che la settimana scorsa aveva deciso di gettare la spugna a causa della burocrazia tortuosa che gli impediva, di fatto, di poter dar vita all'evento, lasciando la piazza spenta nella notte più lunga dell'anno.
La settimana scorsa, racconta Pizzo, «è venuto a trovarmi l'ex assessore Andrea Bimbatti che, avendo saputo delle difficoltà, si è offerto di dare una mano per vedere se fosse possibile riuscire ad avere i permessi in tempo. Ha parlato con la Confesercenti, che pure si era detta disponibile ad aiutarci per venire a capo delle numerose scartoffie e così, lunedì (domani, ndr) il direttore Antonella Savogin incontrerà il commissario e i suoi due vice per cercare di capire se abbiamo la speranza di avere un via libera in extremis».
Bimbatti conferma: «Pensare che la piazza di Rovigo a san Silvestro potesse essere vuota era inaccettabile. Abbiamo visto in questi anni quanta gente preferisca rimanere nel "salotto" della città a festeggiare il capodanno. Visto che Rubens era disponibile a mettersi in gioco e che anche Confesercenti si era già impegnata qualora si fossero trovate le risorse, ho pensato di mettermi a loro disposizione per quanto possibile per gli aspetti burocratici, che non sono pochi. Di certo non si poteva pensare che il commissario avesse risorse e tempo per organizzare il Capodanno. Ma Rovigo merita la propria festa».
Il rischio concreto è che la manifestazione venga spostata altrove. Pizzo, infatti, aveva rivelato che altri Comuni polesani avevano offerto lo spazio all'organizzazione e una burocrazia più snella. Tutto questo nonostante «i costi fossero coperti di tasca mia. Avevo deciso di mettere gli 8mila euro per fare un regalo alla città. I tempi della burocrazia però si sono rivelati diversi da quelli della manifestazione». Ora invece lo stesso Pizzo inizia a intravedere uno spiraglio per poter mettere in piedi, seppur in extremis, l'evento che scalderà al ritmo della musica da discoteca il salotto buono della città.
© riproduzione riservata
La settimana scorsa, racconta Pizzo, «è venuto a trovarmi l'ex assessore Andrea Bimbatti che, avendo saputo delle difficoltà, si è offerto di dare una mano per vedere se fosse possibile riuscire ad avere i permessi in tempo. Ha parlato con la Confesercenti, che pure si era detta disponibile ad aiutarci per venire a capo delle numerose scartoffie e così, lunedì (domani, ndr) il direttore Antonella Savogin incontrerà il commissario e i suoi due vice per cercare di capire se abbiamo la speranza di avere un via libera in extremis».
Bimbatti conferma: «Pensare che la piazza di Rovigo a san Silvestro potesse essere vuota era inaccettabile. Abbiamo visto in questi anni quanta gente preferisca rimanere nel "salotto" della città a festeggiare il capodanno. Visto che Rubens era disponibile a mettersi in gioco e che anche Confesercenti si era già impegnata qualora si fossero trovate le risorse, ho pensato di mettermi a loro disposizione per quanto possibile per gli aspetti burocratici, che non sono pochi. Di certo non si poteva pensare che il commissario avesse risorse e tempo per organizzare il Capodanno. Ma Rovigo merita la propria festa».
Il rischio concreto è che la manifestazione venga spostata altrove. Pizzo, infatti, aveva rivelato che altri Comuni polesani avevano offerto lo spazio all'organizzazione e una burocrazia più snella. Tutto questo nonostante «i costi fossero coperti di tasca mia. Avevo deciso di mettere gli 8mila euro per fare un regalo alla città. I tempi della burocrazia però si sono rivelati diversi da quelli della manifestazione». Ora invece lo stesso Pizzo inizia a intravedere uno spiraglio per poter mettere in piedi, seppur in extremis, l'evento che scalderà al ritmo della musica da discoteca il salotto buono della città.
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