Amidei coordinatore provinciale

Mercoledì 3 Settembre 2014
(M.Luc.) Fra i tre litiganti il quarto gode. Bartolomeo Amidei, il «quadrumviro» che ha tenuto il profilo più basso nella disputa interna a Forza Italia polesana, sarà il prossimo coordinatore provinciale del partito di Silvio Berlusconi. Manca l'ufficialità della nomina, ma si può definite "coordinatore in pectore" come dice lo stesso ex sindaco di Loreo. E per Amidei si potrebbero anche aprire le porte di Palazzo Madama. Essendo il primo dei non eletti in Veneto, nel caso, com'è probabile, Maurizio Sacconi si dimetta per andare nella poltrona di presidente dell'Inps, andrebbe a finire dritto in Senato. Si vocifera che ormai la nomina a coordinatore provinciale sia ormai sua. È vero? «Direi che "in pectore" sia un termine più corretto - risponde l'ex primo cittadino loredano - Non c'è ancora l'ufficialità, per cui io sono tenuto ad esprimermi in questi termini e a non rilasciare dichiarazioni in questo senso. Posso dire, però, che credo ormai sia una cosa abbastanza imminente. Ho avuto un incontro nei giorni scorsi e, con tutta probabilità, la prossima settimana dovrebbe arrivare l'investitura ufficiale».
Ed è vero che potrebbe trovarsi in tasca il biglietto per Roma? «Anche qui è tutto in forse. Mentre per il ruolo di coordinatore se n'è parlato a lungo, l'aspetto romano è un tema che ho affrontato meno. Sono il primo dei non eletti per cui, se è vero che qualcuno si ritirerà a breve, sarò quello che finirà in Senato».
Di certo non è una cosa facile fare il coordinatore con questo clima litigioso. Come la vede? «Provengo da un'esperienza amministrativa non certo di facciata. Fare il sindaco è una figura politica operativa che non si può permettere discorsi se non ci sono fatti. Fare il coordinatore non mi spaventa».
La situazione del capoluogo sarà il primo aspetto da affrontare? «La prima incombenza saranno le Provinciali, anche se sono molto critico. Già contava poco prima il presidente della Provincia, figuriamoci ora. Poi di certo si deve affrontare il problema di Rovigo. Si deve trovare il modo di andare d'accordo. Il Comune non doveva cadere. Non giustifico nessuno per essere arrivati a questo punto».
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