«Bloccare le idee di violenza»

Domenica 25 Gennaio 2015
Il vescovo di Adria e Rovigo Lucio Soravito de Franceschi ha celebrato ieri in vescovado la messa con i giornalisti nella festa di San Francesco di Sales. La festa del patrono dei giornalisti è stata l'occasione per il presule, nell'omelia e nell'incontro successivo alla funzione, di intervenire e riflettere sui compiti dell'informazione, e anche sulla strage di Parigi e il commento choc su Facebook di un giovane polesano di origine marocchina. L'informazione è sociale - ha detto il vescovo Lucio - perché senza informazione non c'è partecipazione: «Informare per coinvolgere nella vita pubblica è il difficile compito di chi fa informazione sociale: chi non è informato, rischia l'isolamento». Informare, quindi, è anche formare: «Mi capita talvolta - ha raccontato il presule - di vedere la tv poco prima di pranzo. E quello che si vede fa sembrare la società in cui viviamo una società di delitti». L'invito del vescovo Lucio ai giornalisti, allora, è di «seminare germi di bene, per aiutare le persone a cogliere il positivo che c'è, e a partecipare a superare le difficoltà che la società vive». Sui commenti seguiti ai fatti di Parigi, il vescovo di Adria e Rovigo ha detto: «Le idee di violenza vanno bloccate. Più preoccupante per me - ha aggiunto - è che oltre 3.000 giovani europei e americani si siano legati all'Isis»: lo Stato islamico di Iraq e Siria, infatti, ha un esercito del terrore fatto anche di occidentali. Non c'entra l'Islam in quanto tale: sono forme devianti, e così il vescovo Lucio, che dieci giorni fa aveva rappresentato l'Italia all'Incontro dei presidenti delle Commissioni dottrinali delle Conferenze Episcopali europee in Ungheria, ha riportato anche le parole dei colleghi con cui si è confrontato, che testimoniano come «la maggior parte degli immigrati europei sceglie la via della pacifica convivenza». Una via - parlando di informazione - che l'emittente radiofonica della diocesi ha messo «in onda» dal 2013 con «Arab Rovigo»: è una rubrica in italiano e in arabo, che partendo da temi comuni come il lavoro e l'assistenza sanitaria fa conoscere le leggi italiane agli stranieri, e agli italiani le culture del Paese di origine degli immigrati. Non è mancato un intervento - sollecitato dal dibattito - sul mandato del vescovo Lucio nella diocesi di Adria e Rovigo, e su chi potrebbe essere il suo successore: «Spero di rimanere ancora un annetto con voi. L'ho chiesto (al nunzio apostolico, ndr) perché - ha spiegato il presule - mi sento in salute e perché sono diventato della vostra diocesi». «Penso che il successore arriverà dalla stessa diocesi, o da diocesi vicine. Penso a un parroco in grado di dilatare il suo servizio come vescovo».
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