Via Crucis dei lavoratori per ritrovare la speranza

Sabato 19 Aprile 2014
PORDENONE - (lz) Ventidue anni dopo, nel parcheggio antistante lo stabilimento Electrolux di Porcia tornano a risuonare le parole di papa Giovanni Paolo II. È stato il suo discorso rivolto nel 1992 ai rappresentanti del mondo economico pordenonese il filo conduttore della Via Crucis (nella foto) che la parrocchia San Giorgio martire ha voluto celebrare nel luogo simbolo della crisi occupazionale. Sette tappe in tutto, a simboleggiare le strade della città dove solitamente sfila il corteo del venerdì di Pasqua. «Celebriamo questa Via Crucis in questo luogo - ha spiegato il sacerdote - dove 22 anni fa Giovanni Paolo II è venuto e ha parlato ai lavoratori per dare la parola della speranza, per donare a noi la certezza che la fede è la risposta a tutte le fatiche e a tutti gli affanni del nostro cuore». Il pensiero è rivolto alla crisi economica, ma anche ad altri drammi attuali, come quello delle «vittime innocenti della Siria. Oggi il percorso di vicinanza di Cristo e della Chiesa - ha continuato - ci ha portato nel cortile di questo complesso industriale che per anni è stato sinonimo di certezza e che ora rappresenta l'incertezza. Il desiderio di condivisione ci porta qui». Sentite al vostro fianco la Chiesa, è uno stralcio del discorso del pontefice riproposto. «Essa vi è vicina. Con fiducia nella provvidenza di Dio create spazi sempre più larghi di solidarietà». E poi un passaggio che non può lasciare indifferenti gli ascoltatori di oggi: «Di tale solidarietà siano caricati anche gli investimenti di mercato nei Paesi dell'Est, per promuovere un'etica rispettosa dei diritti umani e capace di realizzare una collaborazione fra i popoli». Poi un balzo in avanti di oltre vent'anni, fino alla preghiera per il lavoro pronunciata da papa Francesco a Cagliari.
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