Unioni di Comuni In campo i sindaci

Domenica 1 Febbraio 2015
Sia chiaro: sui pennoni dei Municipi della provincia sventolerà il vessillo del proprio Comune, così come i cittadini saranno chiamati a votare il proprio sindaco e i campanili (nel senso più generale del termine) non saranno certo abbattuti. Resta però il fatto che complice la legge regionale che prevede il riassetto istituzionale dopo la chiusura delle Province e soprattutto per la necessità di risparmiare sui servizi a domanda individuale, i Comuni dovranno unirsi e lavorare insieme.
Anche in questo caso i confini sono ben definiti: nessuna fusione, ma servizi da spartire per risparmiare. Il sindaco di Porcia, Giuseppe Gaiarin ha convocato nei giorni scorsi, per l'ambito pordenonese, il primo vero incontro di questo percorso. Gaiarin ha chiari gli obiettivi: dovremo essere in grado di offrire ai nostri concittadini gli stessi servizi di ora, ma spendendo di meno.
In questo senso la legge regionale già indica su quali fronti si dovrà fare le unioni: personale, servizi sociali (di fatto già ci sono gli Ambiti che operano in questo settore), attività produttive (lo sportello unico) e la sicurezza (leggi vigili urbani). Ma gli orizzonti da esplorare sono anche altri: la protezione civile con la relativa sicurezza del territorio, la statistica, la pianificazione territoriale e la progettazione.
Resta da definire, però, la cosa più importante: come saranno scelti i Comuni che dovranno unirsi senza urtare suscettibilità? Anche su questo fronte la "legge Panontin" ha già un indirizzo di massima: le Unione "istituzionali" riassumeranno più o meno gli attuali ambiti socio assistenziali che per quello urbano significa Pordenone, Porcia, Cordenons, San Quirino e Roveredo.
Gli ambiti territoriali sui quali lavorare saranno indicati dalla Regione entro il 15 febbraio. Poi ogni Comune avrà 60 giorni di tempo per decidere se rimanere dove è stato collocato oppure, con il voto del Consiglio, cambiare ambito di appartenenza. Ultimo dato: la Regione ha indicato, come bacino minimo di residenti, 40 mila persone. Unica deroga (al ribasso) per la montagna. Sin qui la norma. Ora dovranno essere i sindaci a cercare le alleanze. Nell'incontro esplorativo dell'altro giorno per l'ambito pordenonese c'era anche Zoppola che per affinità storiche e comunione di servizi è legata all'ambito urbano.
Con Zoppola si raggiungerebbe la città dei 100mila, per ora rimasta sempre e solo sulla carta. Ma l'ambito urbano punta in alto. Già, perchè come le sirene di Ulisse potrebbe attrarre pure Fontanafredda e Fiume Veneto in rotta di collisione all'interno dei rispettivi ambiti attuali. Del resto per avere servizi efficienti e meno cari meglio essere in tanti. Si aprono le danze.
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