Un terzo dei friulani si farà cremare

Venerdì 28 Agosto 2015
Attualmente la media nazionale delle persone che decidono di farsi cremare si attesta attorno al 15% sul totale dei decessi. Le previsioni da qui al 2050 inducono a ipotizzare che tale percentuale salirà al 25%-35%, ossia tra le 148mila e le 208mila cremazioni. Calandosi nella dimensione regionale ciò significa che attualmente, con il tasso di mortalità pari al 12 per mille, in Friuli Venezia Giulia, dove i decessi annui in media si attestano sui 14mila, ci sono poco più di duemila richieste di farsi ridurre in cenere, che potrebbero però salire a 3.500-4mila nel prossimo trentennio. L'analisi la si ricava dall'appendice al piano economico finanziario del project financing elaborato a Gemona del Friuli per validare la necessità della realizzazione di un nuovo impianto di cremazione a disposizione di tutto l'Alto Friuli, la cui prima pietra è stata simbolicamente posata ieri mattina in un'area attigua al Cimitero comunale della cittadina pedemontana.
Ad oggi in provincia di Udine sono presenti solamente due impianti, quello del capoluogo friulano che però è alle prese con liste d'attesa sempre più lunghe (attualmente la media annua di cremazioni si aggira sulle 1.200 e proprio per questo l'amministrazione comunale è alla ricerca di 3 milioni di euro per realizzare il nuovo forno al Cimitero di San Vito) e quello di recente costruzione a Cervignano del Friuli. In Regione c'è un solo altro impianto operativo, a Trieste, mentre nel Pordenonese è di questi giorni la polemica scoppiata a Sacile per la decisione dell'amministrazione comunale di aprire a questo tipo di forno nel cimitero locale. La necessità per il "caro estinto" esiste e la società Fly Ash Srl di Gemona, la ditta che ha ottenuto la concessione comunale relativa alla realizzazione della struttura e alla sua futura gestione, ha elaborato il proprio business plan dal quale si possono estrapolare bacino d'utenza servibile e fatturato. Le stime interessano per il 90% la popolazione compresa tra l'Alto Friuli e il Friuli Collinare, alla quale si aggiunge un 20% della restante popolazione della provincia di Udine, un 5% di quella regionale ed un'ulteriore quota derivante dai paesi confinanti di Austria e Slovenia (150 circa). In definitiva l'impianto si pone l'obiettivo di gestire inizialmente più o meno 560 cremazioni annue, con l'aggiunta di altre 80 circa per resti mortali di diverso tipo. Il prezzo medio per un'operazione è di 470 euro circa (stabilito da convenzione) e da qui si arriva ai circa 290mila euro di ricavo annuo ipotizzato.
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