Un esercito di disperati 12mila chiedono aiuto

Sabato 28 Febbraio 2015
La crisi morde ancora. Tanto. E l'impatto è devastante sia per le proporzioni numeriche di chi resta indietro, sia per il fatto che non c'è ancora alcun accenno, almeno nei servizi sociali, a un cambio di tendenza. Non solo. I numeri emersi dall'ultima "Valutazione sociale", il documento che di fatto tratteggia la situazione socio economica "degli ultimi", interessano solo una parte del territorio, quella legata all'ambito Urbano che comunque conta circa 100mila residenti su poco più di 300mila. Ebbene, le posizioni aperte negli uffici che riassumono ogni tipo di intervento, da quelli economici ai tutoraggi, sono 4 mila 500 per l'ambito urbano. Questo significa che a beneficiare di aiuto, soldi, borse della spesa, borse lavoro, affitti agevolati e altro sono complessivamente intorno alle 12 mila persone. «Numeri impressionanti - spiega l'assessore alle Politiche sociali, Vincenzo Romor - che di fatto negli ultimi quattro, cinque anni, hanno triplicato il lavoro degli uffici». Anche perchè numericamente la massa riguarda proprio Pordenone città dove le singole situazioni (leggi persone) che richiedono aiuto sono più o meno 8 mila. In due anni la richiesta di assistenza ha avuto una impennata. Attenzione, però, perchè è cambiato anche l'impatto sociale delle prestazioni e in alcuni settori, come ad esempio i fondi per l'autonomia possibile (di fatto non autosufficienti) non ci sono praticamente richieste per gli stranieri. Cambia la mappa, invece, se il riferimento è legato al fondo di solidarietà dove gli immigrati arrivano quasi al 50 per cento dei richiedenti con una impennata sul fronte degli affitti agevolati. I problemi in campo sono comunque parecchi. Per quanto riguarda il reddito circa il 70 per cento degli assistiti non guadagna a sufficienza per poter essere autonomo, mentre un 7-10 per cento è indebitato o moroso per bollette o affitto. Un altro 5 per cento ha una temporanea difficoltà economica, ma c'è anche un buon 5-7 per cento che vive in stato di povertà estrema. Le crisi di reddito sono dovute al 75 per cento a licenziamenti, disoccupazione di lunga durata, precarietà, ma anche estrema difficoltà a trovare un lavoro. Restano invariate, infine, rispetto al 2011, le problematiche per le quali ci si rivolge all'Ambito socio assistenziale. In maggioranza sono problemi familiari legati all'assistenza di anziani e adulti non autosufficienti. Una problematica destinata a crescere perchè è sempre più alto il numero di anziani. Il secondo aspetto è quello reddituale, c'è poi la mancanza di lavoro che si collega al reddito, i problemi di salute che comportano spese e trasporti, l'assenza di una casa, le dipendenze (alcol e droga) e infine i rapporti familiari con i minori. Uno spaccato preoccupante che allo stato - almeno a sentire gli operatori, non ha ambiti di miglioramento. Almeno nei numeri.
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