Tariffe dell'acqua Clarotto attacca il collega Di Bisceglie

Giovedì 31 Luglio 2014
PORDENONE - «Dai 200 mila ai 300 mila euro l'anno: è questa la cifra che il sindaco di San Vito Antonio Di Bisceglie e il presidente di Ambiente Servizi Isaia Gasparotto, con una campagna mediatica populista e scorretta contro la Catoi Lemene, vorrebbero far pagare in più ai cittadini». La presidente del Catoi del Lemene, nonché sindaco di Casarsa, Lavinia Clarotto è durissima. Proprio nel giorno in cui le due società che gestisono l'acqua nei Comuni al confine con il Veneto (Abl e Caibt) sigleranno la fusione. «E - aggiunge Clarotto - per il 2014 l'importo potrebbe ancora aumentare significativamente, dato che nelle ultime note che Ambiente Servizi sta inviando, il costo per la gestione del collettore fognario e del depuratore di San Vito sta lievitando oltre il milione di euro anno». L'oggetto del contendere è il collettore fognario che serve i territori di San Martino, Valvasone, Arzene, Casarsa e San Vito, gestito da Ambiente Servizi in virtù di un vecchio contratto antecedente la costituzione della Catoi, e su cui da circa un anno si è attivato il pressing dei gestori del servizio idrico integrato – Abl e Caibt – e di alcuni Comuni per i costi di gestione troppo elevati.
«A ciascuno il proprio mestiere - sostiene la presidente - ed è proprio questo che alcuni Sindaci stanno cercando di far capire ad Ambiente Servizi, ovvero che si dedichi al core business dei rifiuti, missione che all'azienda sanvitese riesce piuttosto bene, lasciando fogne e depuratori a chi da oltre 50 anni fa questo mestiere e che, proprio per l'esperienza specifica e l'effetto delle economie di scala, riesce a garantire il servizio a costi nettamente inferiori». Secondo i conti fatti dalla Catoi le due società fuse gestirebbero la rete di depurazione per 620 mila euro l'anno, mentre i rendiconti di Ambiente Servizi, che non è gestore del servizio idrico ma solo appaltatore, variano dagli 815 mila del 2012 al paventato milione di euro del 2014. «Di certo - conclude Clarotto - non voglio essere io, sindaco di Casarsa della Delizia e attuale presidente della Catoi a spiegare, prima ai cittadini e poi alla Corte dei Conti, perché saranno costretti a pagare di più per il servizio di depurazione: che lo chiedano a Gasparotto e a Di Bisceglie».
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