Superfarmaci, soldi dallo Stato

Mercoledì 5 Agosto 2015
TRIESTE - Lo Stato contribuirà allo sforzo economico della Regione per acquistare i farmaci innovativi, ossia quei prodotti costosissimi che curano l'epatite C, il cancro e altre patologie severe. Lo annuncia al Gazzettino l'assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, spiegando che il Governo intende mettere sul tavolo una cifra che potrebbe assestarsi attorno a 2-3 milioni di euro.
Meno letti, più cure. Per il resto, la Regione - che autofinanzia tutto il Sistema sanitario Fvg - dovrà ricavare le risorse da se stessa: «Il punto di svolta indotto dalla nostra riforma è chiaro - spiega Telesca - e si riconduce alla grande scelta fra seguitare a mantenere posti-letto poco o nulla utilizzati o trovare le risorse per curare efficacemente le persone colpite dalle malattie più gravi».
La lista degli esami. Messa così, la domanda non può che conseguire una risposta. Ma Telesca allarga il tiro: «Il contenimento della spesa per i farmaci e gli esami clinici è già nella legge di riforma e nelle linee di gestione, con precisi compiti di monitoraggio attribuiti ai vari soggetti del Sistema sanitario», chiarisce l'assessore. Tuttavia «faremo nostro l'elenco degli esami di specialistica ambulatoriale (160) che il Ministero della Salute intende definire a breve per accertare con controlli mirati la coerenza fra la diagnosi e la cura». Il principio di appropriatezza delle terapie passa anche attraverso la prescrizione dei farmaci, la cui spesa da sola, se non governata, «potrebbe minacciare l'intera sostenibilità».
Niente punizioni. Quanto al rischio che paziente e medico debbano pagare di tasca propria prestazioni non necessarie, Telesca getta subito acqua sul fuoco: «Non applicheremo alcuna punizione nei confronti di nessuno», assicura. Ma «quando verificheremo l'esistenza di situazioni anomale chiederemo informazioni al medico». Siccome «il paziente resta sempre al centro e ognuno ha la sua storia», diventa «probabile che casi apparentemente anomali si spieghino con le esigenze specifiche della persona».
Medicina difensiva. Quanto alla cosiddetta medicina difensiva, ossia agli accertamenti clinici disposti dal medico per tutelare il paziente e se stesso dal rischio d'insorgenza di complicazioni o ulteriori patologie, la Regione fa propria la richiesta dei professionisti della salute che lo Stato impartisca una regola di equilibrio: «Occorre difendere il medico e il paziente da ogni rischio, contemperando però tale esigenza con quella di non buttare mai via i soldi», scandisce l'assessore.
La ballata dei numeri. La Regione insiste sulla necessità di non guardare troppe cifre di ardita interpretazione e nemmeno il piano dei tagli prefigurato a livello nazionale: 5 miliardi in 5 anni di cui 6,9 da qui a fine 2017. Telesca invita a riferirsi esclusivamente al bilancio Fvg: ad esempio in questi giorni sono stati raffrontati i numeri della spesa sanitaria 2013 (in Fvg 2,477 miliardi) e quelli della disponibilità del Fondo sanitario 2014 (in Fvg 2,203 miliardi). Sembrerebbe che si sia perpetrato un taglio pari a ben 274 milioni, ma non è così: «Non sono numeri omogenei - puntualizza Telesca - perché cambia tutto a seconda che s'inseriscano o meno alcune misure sociali e soprattutto i costi del sistema informatico». Resta vero che «nel 2014 la Regione ha stanziato per la Sanità 2,150 milioni compreso l'assestamento di bilancio», ossia «30 milioni in più rispetto al 2013 e 10 in più rispetto al 2014».

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