Stipendi incassati dopo l'emergenza Prosciolto Menchini

Venerdì 3 Luglio 2015
UDINE - Il fatto non sussiste. L'ex Commissario di Governo delegato per l'emergenza nella Laguna di Grado e Marano, Gianni Menchini, 65 anni di Pagnacco, è stato prosciolto con questa formula ieri, in udienza preliminare, dall'accusa di peculato per essersi appropriato «indebitamente di somme di denaro per un importo complessivo di 12.036,44 euro». Ovvero per essersi pagato lo stipendio di aprile e maggio 2012, «in epoca - secondo l'accusa - successiva alla revoca del suo mandato». La decisione è stata letta ieri in aula dal gup Emanuele Lazzaro. «Sono molto soddisfatto. È una formula forte, pronunciata in udienza preliminare», ha commentato Rino Battocletti, difensore di Menchini. La difesa aveva chiesto un non luogo a procedere «essendo state condotte le indagini fuori termine». L'avvocato ha sostenuto poi che «la revoca dello stato di emergenza non ha coinciso con la fine dell'incarico al commissario che ha passato le consegne il 26 giugno». «Una cosa è la dichiarazione di revoca dello stato di emergenza, peraltro pubblicata solo il 21 aprile; altro è l'ordinanza di Protezione civile di revoca della delega di commissario, arrivata a fine giugno - ha spiegato Battocletti -. Nel frattempo ha dovuto necessariamente continuare a gestire la struttura commissariale, ha continuato a pagare i dipendenti e tutti i rapporti in corso. Pagamenti che non gli sono stati contestati». In aula il pm Del Tedesco ha insistito per il rinvio a giudizio sostenendo che gli stipendi sarebbero stati pagati da un conto corrente istituito per la gestione dell'emergenza secondo un regime di contabilità speciale che sarebbe venuta meno una volta revocata l'emergenza. E che il passaggio di consegne rientrerebbe tra i doveri del precedente incarico di commissario. «Leggeremo con attenzione la sentenza - ha spiegato il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo, informato dal suo sostituto dell'andamento dell'udienza e della tesi d'accusa - e valuteremo se fare ricorso per Cassazione».
Elena Viotto

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