Spunta a sorpresa la tassa di soggiorno

Domenica 5 Luglio 2015
Alla fine è diventata realtà anche in Friuli Venezia Giulia. La tanto dibattuta tassa di soggiorno per turisti e visitatori in arrivo e che si fermeranno almeno una notte in strutture ricettive è stata introdotta dalla Giunta regionale, senza fare troppo rumore, durante l'esame in Consiglio della riforma della finanza locale (nello specifico all'articolo 10) elaborata dall'assessore Paolo Panontin.
Il balzello sarà trasferito in capo all'autonomia decisionale dei Comuni turistici (tra questi Lignano, Aviano per Piancavallo, Tarvisio, Grado e Trieste), ma sarà la Giunta a stabilirne l'entità con una apposita delibera. La Regione ha deciso dunque di applicare le indicazioni di legge nazionali: sarà facoltà delle singole amministrazioni comunali decidere se applicare o meno la tassa. Nessuna imposizione ma è evidente che il fare cassa, visti gli attuali chiari di luna, rappresenta per i Municipi una opportunità piuttosto ghiotta.
Il dibattito è andato avanti per mesi tra posizioni favorevoli e contrarie come quelle di Federalberghi e Confcommercio regionali ma anche lo stesso vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello nei mesi scorsi si era detto, a titolo personale, «storicamente contrario». A scalpitare per l'introduzione del balzello è stato soprattutto il Comune di Trieste, sostenuto da Lignano e Grado.
Il Friuli Venezia Giulia era, infatti, una delle poche regioni italiane sprovviste della tassa di soggiorno: «Il problema - commenta Luca Ciriani (FdI) che ha sollevato la questione in aula - è che questa dovrebbe essere in teoria una tassa di scopo ossia finalizzata a finanziare la promozione turistica del territorio ma in realtà nessuno può controllare che sarà così e infatti gli operatori turistici sono stati molto critici perché temono di dover fare i gabellieri per conto del Comune nella riscossione, di dover scontentare i clienti e di non ricevere nulla in cambio in termini di miglioramento dei servizi». Secondo l'ex vicepresidente della Regione: «Il vantaggio di marketing verso i turisti di essere una delle poche regioni che non avevano introdotto la tassa svanisce e in un momento come questo - rincara Ciriani - appare molto discutibile aggiungerne un'altra il cui gettito probabilmente finirà non per servizi turistici ma per pagare spese correnti dei Comuni, in un calderone generale».
Stando alle prime ipotesi, la tassa di soggiorno avrebbe dovuto sostituire, per i Comuni che l'avessero applicata, i contributi regionali per il turismo ma diversi sindaci erano insorti a partire dal primo cittadino di Trieste tanto da indurre l'assessore Bolzonello a fare dietrofront. Sarà in sede di regolamento, ora, che troveranno definizione puntuale i contorni normativi.
Nel 2014 le presenze in Friuli Venezia Giulia sono state circa 8 milioni: 2/3 delle quali concentrate proprio nelle aree turistiche.
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