Sparatoria di Nimis dovuta alle "ansie" La difesa ora valuta la perizia psichiatrica

Sabato 1 Agosto 2015
UDINE - (E.V.) «Temevo di essere controllato». Sono più o meno queste le parole pronunciate da Emanuele Filippig, l'operaio edile, 46 anni di Nimis - che mercoledì pomeriggio ha imbracciato il fucile da caccia, sparando da casa contro alcune auto in transito lungo via Manzoni - davanti al gip Francesco Florit, nell'udienza di convalida dell'arresto.
In poco meno di un'ora l'uomo, assistito dagli avvocati Filippo Mansutti e Francesca Venuti, ha risposto alle domande, spiegando le ragioni per cui avrebbe aperto il fuoco. Filippig ha dato voce ad alcune "ansie" con cui avrebbe fatto i conti nell'ultimo periodo. Temeva di essere controllato e minacciato. Nei giorni precedenti, secondo il suo racconto, qualcuno sarebbe entrato in casa sua. Mercoledì avrebbe sentito strani rumori, porte aprirsi e avrebbe notato due figure uscire dalla sua abitazione, scavalcando la recinzione, prima di allontanarsi in auto. Per questo, nella sua logica, avrebbe preso i fucili da caccia, regolarmente detenuti, e avrebbe aperto il fuoco. «Pensavo di fermarli». Le ansie emerse nell'interrogatorio hanno indotto la difesa a presentare già oggi alla Procura un'istanza per incontrarlo nei prossimi giorni insieme a un consulente, per valutare una perizia psichiatrica. Nel frattempo il giudice si è riservato una decisione sulla richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dal pm Claudia Danelon, che contesta all'uomo il tentato omicidio. La difesa ha invocato una misura meno afflittiva, ai domiciliari in casa, «posto che le armi sono state poste sotto sequestro» o in un luogo protetto.(((viottoe)))

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