Schiaffi in aula, il video sui telefonini

Sabato 18 Aprile 2015
Schiaffi in aula, il video sui telefonini
UDINE - Un paio di "schiaffetti", forse poco più che "buffetti", dati da dietro le spalle al compagno di classe in aula. Uno scherzo che poteva chiudersi lì. Invece, la scena è stata ripresa con un telefonino. E il video ha iniziato a girare sui cellulari dei ragazzi della classe. Ma, alla fine, la vicenda è arrivata all'orecchio di qualche docente. Tanto che la storia è finita all'attenzione del consiglio di classe, che si è riunito nei giorni scorsi. E ora la scuola, l'istituto Bonaldo Stringher di Udine, fa sapere che saranno presi dei provvedimenti. E che i ragazzi coinvolti dovranno scusarsi con il loro compagno finito suo malgrado protagonista del video.
«L'episodio c'è stato - conferma la vicaria dell'istituto, Isabella Costantini -, ma definirlo un atto di bullismo mi sembra eccessivo. Il bullismo è altro, è far del male. Qui non si è fatto male a nessuno. Hanno fatto probabilmente un video che riprendeva qualcuno. Anche a me hanno parlato di "schiaffetti". La ripresa è girata attraverso il circuito Whatsapp della classe (un gruppo di "chat" chiuso, per mandarsi i messaggini sugli smartphone ndr), non è finita su internet. La scuola, comunque, ha già preso dei provvedimenti e li metterà in opera la prossima settimana. Il consiglio di classe si è già riunito con la componente docente. La prossima settimana si riunirà anche con la presenza dei genitori e quindi prenderà dei provvedimenti. Su quali essi siano non entro nel merito, ma sicuramente la scuola ha preso posizione», spiega la vicepreside dello Stringher, un colosso che, fra aspiranti futuri cuochi, esperti del settore commerciale e tecnici del turismo, conta oltre duemila iscritti. In tempi in cui si sente sempre più parlare di "cyberbullismo", Costantini tiene a ridimensionare l'episodio avvenuto allo Stringher. «Purtroppo, nelle classi ci sono i cellulari e qualsiasi cosa uno faccia può essere ripresa, nonostante i divieti e un sacco di "no". Comunque, i ragazzi eludono le sorveglianze dei docenti, perché sono abili. Sono ragazzi. Con 2.100 studenti e 95 classi, quanti ne ha lo Stringher, può anche capitare che succeda qualcosa». Fra ragazzi, aggiunge, «ci sono le monellerie e poi ci sono anche gli atti di bullismo. Ma questo più che un atto di bullismo è una monelleria, secondo me. Allo Stringher non ci sono stati episodi di bullismo. È una scuola grande, ma sotto controllo», assicura Costantini.
Le contromisure saranno prese, dice Costantini, «per far capire ai ragazzi che bisogna sempre rispettare l'altro da sé. Oltre a prendere dei provvedimenti, abbiamo chiesto le scuse per lo studente finito nel video. Lo facciamo per prammatica. Io - conclude Costantini - dico sempre ai ragazzi che chiedere scusa non è un atto di fragilità, ma che mettersi in discussione è un atto di coraggio».
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