Rifiuti, un impianto bersagliato dalle polemiche per le emissioni

Martedì 31 Marzo 2015
SPILIMBERGO - L'impianto di termovalorizzazione Mistral è diventato lo scenario di un dramma. Ieri pomeriggio, attorno alle 15, nel sito dell'azienda in zona industriale Cosa sono intervenute cinque squadre dei vigili del fuoco successivamente allo scoppio di un serbatoio e al principio d'incendio, costato la vita all'operaio spilimberghese Giuseppe Toneatti (50 anni) e il ferimento di un collega. Non c'è davvero pace per il complesso dedicato al recupero energetico dei rifiuti ospedalieri, più volte teatro di criticità evidenti e nuovamente sotto i riflettori della polemica. La storia della Mistral dalla sua fondazione è costellata di episodi particolari, la sospensione dell'attività di bruciatura nel 2001, il superamento delle emissioni di diossina nel 2003, un altro incidente nel 2004, a maggio 2012 il primo incendio sulo piazzale, infine nel 2013 un guasto al bruciatore e la conseguente fuoriuscita di fumi neri. Una storia che pare sfortunata, sulla quale le minoranze consiliari nel corso degli anni hanno puntato il dito, chiedendo maggiori controlli all'Arpa e all'amministrazione comunale. I dibattiti comunque si sono prevalentemente concentrati sulla tipologia delle emissioni, ma di recente l'analisi richiesta dal Partito democratico per verificare se ci fosse corrispondenza tra numero e tipologia di tumori sul territorio e il funzionamento dell'impianto lo aveva scagionato da ogni responsabilità. Il reiterarsi di problemi rimarca però falle nel sistema, c'è la paura dei cittadini e il dubbio insinuato sull'effettiva salubrità dell'impianto e sulla sicurezza del suo funzionamento manifestate in più riprese dalla popolazione, in particolare dai residenti che hanno vissuto i precedenti episodi. Ieri pomeriggio il sindaco Renzo Francesconi e l'assessore all'Ambiente Luchino Laurora si sono recati alla Mistral assieme all'assessore Benedetto Falcone, la consigliera Elisabetta Turani e hanno colloquiato a lungo con i dirigenti, anch'essi piuttosto scossi dalla tragedia consumatasi in azienda. Saranno le autorità competenti a valutare le responsabilità di ciascuno sulla vicenda, di certo sarà spiegato il motivo per cui l'uomo stesse lavorando a quella cisterna da bonificare. «Siamo vicini alla famiglia e profondamente addolorati - hanno dichiarato - attendiamo la conclusione delle indagini per capire cosa sia sucesso, affinché simili tragedie non si ripetano più». Presente pure l'assessore regionale al lavoro Loredana Panariti: «La formazione sul posto di lavoro non basta mai - ha concluso - occorre massima attenzione al tema della sicurezza».
M.S.

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