Regione garante per acquistare casa

Sabato 1 Agosto 2015
Rilascio di nuove garanzie integrative per favorire l'accesso al credito nell'acquisto della prima casa, dando così la possibilità di realizzare un sogno anche a chi oggi non può accendere un mutuo. E poi, come ha precisato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, linee di finanziamento per «l'abbattimento del costo delle locazioni piuttosto che i contributi per l'acquisto delle prime case, che in questo momento non si rivelano particolarmente efficaci». Sono questi i perni della riforma della politica sulla casa che la Regione metterà in campo con una norma entro la fine dell'anno (a settembre la presentazione del disegno di legge) e che ieri ha reso ufficiale presentando in Giunta le linee guida. A illustrarle, l'assessore all'Edilizia, Mariagrazia Santoro. Faranno parte dei nuovi strumenti anche il rilascio di garanzie pubbliche per l'accesso al "rent to buy", cioè nuove modalità di fruizione degli alloggi e delle strutture, con soluzioni a riscatto, patto di futura vendita, affitto convenzionato, affitto sociale.
«Con questa riforma - spiega l'assessore Santoro -, ci doteremo di strumenti nuovi e più adeguati a dare risposta alle esigenze dei cittadini. La Regione farà da regia a un sistema abitativo in cui anche il mondo dei privati e dell'impresa potrà giocare un ruolo importante nel mettere a disposizione patrimoni immobiliari adeguati all'attuale tessuto sociale».
L'obiettivo, in sostanza, è di allargare quanto più possibile la platea di quanti potranno arrivare ad avere una casa di proprietà. Nel perseguire questa finalità, gli strumenti debbono tener conto anche delle nuove norme relative al bilancio regionale (si veda l'armonizzazione), che non consentono più la gestione come nel passato di contributi pluriennali. Da qui il rafforzamento dell'azione sulle garanzie, che, per altro, consentono di investire anche a chi ora è impedito perché non ha le spalle sufficientemente coperte. Per questo la nuova norma avrà tra i tratti caratteristici «una stretta sinergia con gli enti locali, la sussidiarietà con il terzo settore e una maggiore flessibilità degli interventi». Negli intenti, le linee guida indicano un tracciato per meglio corrispondere alle mutate condizioni sociali: «A fronte di una minor disponibilità di risorse pubbliche - spiega Santoro - c'è una crescente richiesta di canoni di locazione calmierati e un ingente patrimonio immobiliare, pubblico e privato, invenduto, inutilizzato o sottoutilizzato».
Nella Riforma è previsto un rafforzamento del ruolo dei Comuni, delle Ater e dei privati del settore per coordinare la domanda e l'offerta di alloggi. In ciascuna Uti verrà istituito il tavolo territoriale che farà da collettore della domanda e proponente della risposta e sarà attivato lo "Sportello risposta Casa" che raccoglierà le richieste dei cittadini e le offerte dei privati.
Alle Ater verrà lasciato il compito di gestire interventi di edilizia sociale in sinergia con Comuni e altri soggetti pubblici e privati.
La Regione agirà in sinergia con il privato per garantire costi standard per la costruzione di edifici da destinare ad alloggi sociali. Saranno attivati meccanismi di premialità anche fiscale per incentivare il recupero, la riqualificazione, il riuso e l'efficientamento energetico di alloggi a prezzo calmierato. Infine saranno istituiti l'Osservatorio della condizione abitativa e la Banca dati regionale.
«È stato un lavoro complesso - precisa Serracchiani - grazie al quale abbiamo messo insieme pezzi che erano troppo frammentati per dare al nuovo provvedimento contenuti commisurati alla richiesta».
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