"Cresta" sui leasing nove davanti al Gip

Venerdì 28 Agosto 2015
Chiuse le indagini sul caso "Hypo Alpe Adria Bank", spa con sede legale a Udine. La Procura friulana ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone e per la stessa banca.
Le ipotesi di reato sono quelle di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di truffa, e truffa, oltre alla contestazione di violazioni al codice civile.
A decidere se rinviarle a giudizio o chiudere la vicenda sarà, il 6 ottobre prossimo, il giudice per l'udienza preliminare Francesco Florit. I Pm che hanno coordinato le indagini, Barbara Loffredo e Paolo De Franceschi, ritengono responsabili delle fattispecie Lorenzo Di Tommaso, 62 anni, di Udine, in qualità di Ad e direttore generale di Hypo Alpe Adria Bank; Sandro Ballerino, 49enne udinese, vicedirettore generale addetto all'area commerciale di Hypo Alpe Adria Finance; Daniele Metus, 55 anni, di Moruzzo, vicedirettore generale di Hypo Alpe Adria Bank; Carlo Bellogi, di Udine, 53 anni, responsabile del servizio Legal service, dal 2011 responsabile della funzione reclami di Hypo Alpe Adria Bank e da fine 2008 componente dell'organo di vigilanza; Nadia La Neve, 50enne udinese, responsabile dell'area Credit processing di Hypo Alpe Adria Bank; Andrea Micalich, 51 anni, di Udine, direttore commerciale delle rete agenti in leasing di Hypo Alpe Adria Bank e direttore generale di Hypo Alpe Adria Finance; Paolo Pellicciotti, 47enne di Udine, responsabile dell'area market support e direttore generale di Hypo Alpe Adria Leasing Srl. Chiamata in causa la Hypo Alpe Adria Bank Spa nella persona del presidente del Cda, Alexander Picker, e del direttore generale Marco Gariglio.
Tranne questi ultimi due, tutti avrebbero promosso, costituito e organizzato un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa ai danni di quanti stipulavano con Hypo Alpe Adria Bank Spa e la Srl Leasing, contratti di leasing a tasso variabile; truffe consistite nel prospettare condizioni a tasso variabile diverse e più favorevoli rispetto a quelle che sarebbero state effettivamente applicate in caso di sottoscrizione dei contratti.
Il sistema prevedeva l'uso di un programma informatico che, secondo la Procura, apportava dei correttivi a sfavore del cliente; i correttivi sarebbero stati introdotti dal 1997 e consapevolmente applicati ad almeno 54.568 contratti di leasing dal 2004, addebitando agli ignari contraenti tassi di interessi superiori a quelli convenuti per un importo complessivo di almeno 72 milioni di euro relativi alla Spa, e un importo di 15 milioni relativi a contratti attualmente in carico alla Leasing Srl.
A ideare il piano criminoso, per la Procura, sarebbe stato Di Tommaso. Tra i vari soggetti convocati all'udienza del 6 ottobre, anche Bankitalia e altre 55 persone offese tra società e persone fisiche di diverse regioni della Penisola.
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