Profughi, lo stop del sindaco: «Non ci sono le condizioni»

Domenica 1 Febbraio 2015
Basta! Pordenone - e più in generale l'intera Destra Tagliamento - non è più in grado di ricevere profughi e stranieri richiedenti asilo perchè non è più nelle condizioni di offrire a chi arriva una sistemazione civile, decorosa e degna di questo nome. Nulla a che fare con le chiusure leghiste, anzi, la voglia di aiutare chi è in difficoltà e che arriva da zone martoriare della terra, c'è sempre, ma il sindaco Claudio Pedrotti ora lancia un segnale chiaro. Ha deciso, nel suo ruolo di presidente della Provincia, di scrivere una lettera al presidente Matteo Renzi e al ministro Angelino Alfano per segnalare che la situazione, sempre più critica, non può essere scaricata sui Comuni e sugli Enti territoriali, ultimi della catena, che poi devono trovare le soluzione operative. «Onestamente - spiega Pedrotti - soluzioni in queste condizioni, non ce ne sono più». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la vicenda dei 14 stranieri afghani che per un mese hanno dormito praticamente all'aperto. «Alla fine - spiega Pedrotti - è stato il Comune con la Caritas a trovare una soluzione, altrimenti sarebbero rimasti ancora all'aperto. Non possiamo farci carico di tutto quello che accade e su di noi non possono ricadere le inefficienza del sistema». Anche perchè servono soldi che sono sempre meno e per averli è necessario toglierli alle esigenze locali. Una guerra tra poveri alla quale il sindaco non vuole più perdere parte. Claudio Pedrotti, però, mette le mani avanti. «Non sono diventato leghista tutto d'un tratto - spiega - e sono sicuro che l'intera città, così come tutti i residenti in questo provincia, hanno nel cuore e nell'anima la voglia di dare una mano a chi soffre scappato da casa. Pordenone lo ha dimostrato più volte, senza mai tirarsi indietro e la sua gente, sono sicuro, è ancora pronta a farlo. Nessun sindaco, di Centro, di Destra, di Sinistra o leghista ha mai negato ospitalità a chi aveva bisogno. Ma servono regole certe perchè non possiamo fare l'elemosina, non possiamo confinare queste persone e togliere loro persino la dignità. Un dato indicativo, partendo dal presupposto che conosco perfettamente la situazione dell'organico in Questura e sono solidale con la polizia: per l'identificazione degli stranieri che arrivano c'è una sola postazione, quindi i tempi si allungano a dismisura. Ma è solo un piccolo esempio in mezzo a un sistema carico di inefficenze che poi pagano i Comuni. Per questo - conclude Pedrotti - ho deciso, come presidente della Provincia perchè nella situazione di Pordenone sono tutti i Comuni che fanno accoglienza, di scrivere la lettera al presidente Renzi e al ministro Alfano. Non possiamo più accogliere persone in queste condizioni, anche se resta la nostra disponibilità di persone civili ad aprire le porte, ma non vogliamo essere trattati dalle Istituzioni come l'ultima ruota del carro».
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