Profughi, le regole della Regione

Sabato 30 Maggio 2015
Regole e standard uguali per tutti, da Udine a Trieste, per i centri di prima accoglienza. Indicazioni sulle precauzioni da adottare per evitare rischi da scabbia o tbc. Protocolli di intervento in caso di malattie. C'è tutto questo nella bozza di protocollo uscita ieri dal vertice cui hanno partecipato i responsabili dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie. Bozza che ora dovrà passare al vaglio della Regione. Nell'identikit ideale per i centri di prima accoglienza - come sintetizza Paolo Pischiutti dell'Azienda 3 - si parla di «un wc ogni 8 posti letto, un lavabo ogni 6, una doccia ogni 5, oltre alla presenza di riscaldamento, acqua calda e fredda, scarico fognario allacciato, areazione e illuminazione adeguata». Per ogni persona, dovrebbero esserci 8 metri quadri, 4 per ogni posto letto in più («sono le norme per le case e gli hotel»). «Ma sono indicatori generali, non tassativi. L'obiettivo è evitare che i profughi vengano ammassati in posti in cui non ci sono requisiti per poterli ospitare», dice Pischiutti. Requisiti forniti, spiegava nei giorni scorsi Giorgio Brianti dell'Azienda 4 «per dare dei riferimenti, nel caso in cui si debbano per esempio dare incarichi per opere edili». È il caso dell'ex Cavarzerani di Udine, dove ieri mattina l'Aas ha fatto un sopralluogo proprio nell'ex palazzina aule che sarà sistemata dalla Protezione civile con 170mila euro per dare un tetto più stabile ai migranti. Che ieri, alla tendopoli, erano 70, ma in passato sono stati anche 140. Una prospettiva cui plaude Brianti, secondo cui «così com'è la Cavarzerani non va bene. La situazione è molto provvisoria. Le docce e i servizi igienici sono pochissimi. Devono andare a fare la doccia in via Brigata Re. Ma ora, con i lavori, si va nella direzione che avevamo detto da tempo». Ora, alla Cavarzerani ci sono 8 wc e una sola doccia, ma l'igiene è assicurata - spiega la Cri - perché i migranti vengono accompagnati (in turni al mattino e al pomeriggio) a fare la doccia in via Brigata Re, dove ce ne sono altre tre. Nella palazzina che sarà sistemata «i wc saranno una decina. L'obiettivo è avere più docce possibili: vedremo se andare in abbinata con i moduli. La gara è già stata fatta - dice il direttore della Protezione civile Luciano Sulli - e ora ci sarà la consegna d'urgenza. Contiamo di avere la struttura funzionante per metà o fine giugno». Il prefetto Provvidenza Delfina Raimondo assicura che «rispetteremo i criteri di legge, tenendo presente che non si tratta di una civile abitazione ma di prima accoglienza». Brianti sottolinea anche la necessità di avere «un referente» («Bene che a Udine ci sia la Cri») nei centri di accoglienza perché segua eventuali prassi sanitarie (per esempio, che, in caso di sospetta scabbia, i profughi si mettano la pomata). «Alla Cavarzerani - assicura Raimondo -, quando faremo la gara per il gestore, metteremo tutti questi presupposti. Nella palazzina sistemata individueremo anche un locale ambulatorio». Brianti sottolinea che qualsiasi allarmismo sanitario è «ingiustificato». I controlli sono tanti, i casi di sospette malattie molto pochi. Come già anticipato, presto «i primi controlli verranno fatti direttamente alla frontiera di Tarvisio», chiarisce il viceprefetto aggiunto Sandra Cavalieri. È lo «screening» annunciato dal prefetto, che, spiegava Raimondo, «partirà quando ci daranno il via organizzativo dall'Azienda». «Ci stiamo attrezzando. Ci atterremo alle indicazioni di Regione e Prefettura», assicura Luca Lattuada dell'Aas 3.

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