Profughi, in regione quasi mille persone

Mercoledì 23 Luglio 2014
Sfiorano il migliaio i profughi attualmente ospiti in Friuli venezia Giulia in forma stabile o temporanea. Nell'operazione più recente, Mare Nostrum, sono coinvolte 287 persone, giunte in regione in cinque ondate dal 29 aprile a oggi. Si tratta, quindi, di poco meno di un quarto del totale dei profughi attualmente assistiti nelle quattro province. Se gli arrivi negli ultimi mesi hanno riscontrato una eco mediatica maggiore, l'ingresso nel territorio del Friuli-Venezia Giulia di irregolari che chiedono protezione, è costante e massiccio da anni. In media, ogni giorno, entrano in regione tra le due e le tre persone, quasi tutte via terra, provenienti da Afghanistan e Pakistan.
Sono 452 complessivamente i richiedenti asilo che sono stati già inseriti nei programmi di integrazione "Sprar" (lo Sprar è il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali che accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo) che quindi non hanno nulla a che fare con l'operazione «Mare Nostrum», con una maggiore presenza in provincia di Udine.
Queste persone possono permanere sul territorio regionale fino a sei mesi, grazie a programmi finanziati dal Ministero dell'Interno; terminato questo periodo possono uscire dai confini nazionali o rimanere nella nostra regione.
I profughi di cui si parla in queste ultime settimane, invece, si trovano in regime di temporanea accoglienza: in base ad accordi e direttive europee, l'Italia è obbligata a fornire loro un minimo di assistenza che si concretizza, di fatto, nella fornitura di vitto e alloggio per uno, massimo due giorni. Per loro il Ministero può spendere al massimo 35 euro al giorno.
In questo particolare regime si trovano oggi 522 persone della Siria, Mali, Gambia, Senegal ed Eritrea; tutti loro hanno richiesto asilo, quindi di essere protetti. Di queste 522 unità, concentrate perlopiù a Trieste (250) e a Udine (165), 287 sono giunte a seguito dell'operazione «Mare Nostrum». E le strutture di accoglienza non ce la fanno più a contenerle; basti pensare che, sempre per «Mare Nostrum», la previsione di arrivi, stimata in 240 persone ha raggiunto oggi quota 436 (di questi 267 sono rimasti sul territorio regionale). Ad assisterli, in base a specifiche convenzioni, sono la Croce Rossa Italiana, la Caritas diocesana, l'associazione Nuovi Cittadini, il Consorzio italiano di solidarietà, le aziende sanitarie e le infermiere volontarie.
Non è prevista la creazione di nuovi poli di accoglienza che, per la sola provincia di Udine, contano il passaggio intermedio di Jalmicco di Palmanova. Da questo ultimo centro, dopo una visita medica, i profughi vengono inviati alle strutture private di Nimis, San Vito al Torre, Pulfero, Resiutta, Zugliano e in alcuni appartamenti di Udine. O a Pordenone alla Casa della fanciulla o in alloggi privati con la collaborazione dell'associazione Nuovi vicini. E proprio ieri, come informa il deputato Brandolin, in sede di Comitato Schengen è stato ribadito che il ministro Alfano esclude la riapertura del Cie di Grafisca e l'ampliamento del Cara senza il sì degli enti del territorio.
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