Profughi, 20 minorenni a carico di Malborghetto

Sabato 4 Luglio 2015
Non si fermano i rintracci di clandestini nella fascia confinaria tra Italia e Austria, nella zona del Tarvisiano. Gli ultimi «arrivi», quelli di un gruppo di 32 profughi afgani e pachistani, di cui ben 20 minori, si sono registrati appena ieri mattina.
Erano circa le 8 del mattino quando al telefono della Polizia di frontiera di Tarvisio, diretta da Massimo Spangaro, è arrivata la chiamata di un passante che segnalava i migranti. Camminavano in tre gruppi tra la pista ciclabile e il paese di Malborghetto.
Probabilmente erano stati da poco scaricati dal passeur che li ha accompagnati oltre frontiera. Sono stati quindi tutti accompagnati in caserma per le pratiche dell'identificazione e la richiesta di asilo politico. È a quel punto che è stata fatta la scoperta: nel gruppo c'erano ben 20 minori, di cui 5 addirittura al di sotto dei 14 anni.
«Un record», ha commentato in serata il sindaco Boris Preschern, costretto a fare i conti con una vera e propria emergenza. Spetta ai Comuni in cui vengono trovati, infatti, farsi carico dell'accoglienza dei minori. Un problema non solo di costi, ma anche di spazi. «La Prefettura ci ha dato un elenco delle strutture deputate ad accoglierli, ma in Friuli Venezia Giulia sono tutte piene. Non c'è più posto. Ora stiamo provando a contattare anche quelle del Veneto», ha spiegato Preschern. Tolti i cinque ragazzini sotto i 14 anni, che hanno strutture appositamente dedicate, gli altri sono rimasti per ora a Malborghetto. L'assessore e il coordinatore della protezione civile sono stati preallertati per allestire il centro di protezione civile con tutto il necessario per ospitarli per la notte, nel caso non si trovasse altra sistemazione.
«Ma non può che essere una soluzione temporanea, al massimo una settimana. Le istituzioni - ha lanciato un appello Preschern - comincino a pensare a come fare. I sindaci non possono essere lasciati soli. Già così anticipiamo cifre insostenibili. Con i rintracci di oggi abbiamo 25 minori in carico. Con 120 euro al giorno moltiplicati per 360 giorni, il conto è presto fatto. In un Comune come il mio, con mille abitanti, ho accantonato a questo scopo 500mila euro per il bilancio 2015. Il che significa che non possiamo fare altre opere. Chiediamo un aiuto alla Regione che almeno ci rimborsino periodicamente».
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