Pozzo: non si tocca il nome "Friuli"

Sabato 29 Agosto 2015
È stato un fiume in piena, ieri, il «paron» dell'Udinese Gianpaolo Pozzo, sceso in campo per fare chiarezza sulla proposta, fatta al Comune di Udine, di aggiungere al nome dello stadio Friuli quello dello sponsor. «Nessuno ha detto di togliere il nome Friuli. Si parla di trattative, per cui il Comune ha tutta la libertà di decidere», ha detto.
Ma se l'è presa - e con parole dure - anche con «tutti quelli che hanno strumentalizzato» secondo lui la vicenda. E con il Messaggero Veneto (che, però, non ha citato, pur facendo i nomi di alcuni giornalisti) e «che per vendere quattro copie in più monta questa bagarre». «Se avete bisogno di migliorare le vostre statistiche, ve le compro io», ha aggiunto. «Mi attribuiscono di aver profanato le vittime del terremoto», ha aggiunto. E su questo si è commosso, pensando a «chi è stato colpito da questa disgrazia e legge il giornale, non va a leggere le delibere del Comune». «Il terremoto non c'entra niente, è come dire che io adesso per quattro soldi voglio mettere in vendita le vittime di Redipuglia. Che si vergognino tutti quelli che hanno strumentalizzato questo modo di esporre un semplice atto di sponsorizzazione». Ma Pozzo se l'è presa anche con quei politici che «per quattro voti» secondo lui avrebbero strumentalizzato la vicenda. «Fontanini e Riccardi - ha detto - mi hanno offeso».
Il direttore amministrativo dell'Udinese Alberto Rigotto ha letto una parte dell'estratto del verbale della delibera del '78 con cui veniva dato nome all'impianto, «riconoscendogli con la intitolazione al Friuli la funzione di servizio per l'intera comunità regionale». «In cinque pagine di delibera incentrate sulla discussione fra "stadio Friuli" o "stadio del Friuli" non vengono menzionati neanche una volta il concetto di friulanità, il terremoto o i defunti del terremoto». «Tirate fuori le delibere e cercate di far capire che il terremoto con lo stadio non c'entra nulla. Toglietemi questa etichetta», ha chiesto Pozzo che se l'è presa con chi avrebbe speculato sulla «sacralità» di quel luogo. Perché lo stadio non sia trattato «come l'ossario delle vittime del terremoto»
«Il nome Friuli non viene tolto», ha ribadito. «Abbiamo aperto una trattativa, abbiamo detto esiste la possibilità di sponsorizzare lo stadio e avere un ritorno economico. Il Comune ha la libertà di decidere. Non si strumentalizzi dicendo che è un luogo sacro. Si fa o non si fa, ma senza offendere le persone. Lasciamo perdere i sentimenti». Con i soldi (finora si è parlato di 50mila euro, il 10%, ma Pozzo ha detto che «è una trattativa, quindi aperta») che il Comune potrebbe ricavare, secondo Pozzo, si potrebbero «sistemare 3 chilometri di strade», magari cominciando dal tratto che «da Chiavris porta al Là di Moret, tutto un salto, che può andarci solo Orioli». «Deciderà il consiglio comunale se ha interesse o meno a questa operazione», ha detto rispondendo alla consigliera Gallanda che ricordava le linee di indirizzo del 2011 e l'atto di concessione del diritto di superficie del 2013 con cui si "blindava" «il nome "Stadio Friuli"».
A domanda del cronista se verrà mantenuto il nome "Friuli" o "Stadio Friuli" ha risposto: «Non lo so adesso, è tutta una cosa da vedere. Stiamo trattando. Rimane il nome "Friuli". "Stadio" non lo so».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci