Piano faunistico impugnato al Tar

Mercoledì 14 Ottobre 2015
UDINE - (AL) Federcaccia ha deciso di ricorrere al Tar contro il Piano faunistico regionale e la Valutazione ambientale strategica, approvati dalla Giunta regionale in via definitiva il 26 giugno e dal presidente con decreto il 10 luglio di quest'anno dopo 20 anni di attesa. Ieri ha notificato il passo alla Regione, annunciando che a breve sarà depositato un altro ricorso, contro la legge per il «benessere animale e la tutela degli animali da affezione».
La maggiore organizzazione di cacciatori in Italia, presieduta in Fvg da Paolo Viezzi, aveva già dissentito dal Piano faunistico regionale in sede di Comitato e ora con il ricorso al Tar elenca una sfilza di contrarietà rispetto a un documento ritenuto «anacronistico» sotto il profilo tecnico e scientifico. Tra le obiezioni, il fatto che il numero di animali previsti sul territorio regionale tra 5 anni (le «consistenze obiettivo») secondo Federcaccia «sono state elaborate in modo parziale e solo per le specie cacciabili e non per quelle realmente in difficoltà». Inoltre, «non è stata programmata adeguatamente la gestione delle specie di animali non sottoposti a prelievo venatorio»; si sono poste «inutili limitazioni» su molte specie cacciabili; il Piano nel suo complesso è «un'improduttiva spesa di denaro pubblico che causerà - secondo Federcaccia - un'infinita burocratizzazione e la perdita di molti posti di lavoro». Quanto alla legge sugli animali di affezione, «è assurdo prevedere una dimensione minima per i recinti dei cani che è doppia rispetto a quella riconosciuta ad un detenuto», afferma tra l'altro il presidente di Federcaccia Viezzi. «Se la politica dell'innovazione non sa riconoscere le cose essenziali da quelle banali - conclude -, è solo in grado di certificare il declino di questo Paese».
Frattanto i grillini depositano due mozioni: una sulle misure del Piano, ritenute troppo permissive, e l'altra sulla mancanza di cntrolli sulle carni di selvaggina.

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