Nozze gay, via alle trascrizioni

Martedì 21 Ottobre 2014
Più volte nelle ultime settimane il sindaco Claudio Pedrotti lo aveva ripetuto: sulla registrazione nello Stato civile dei matrimoni gay contratti all'estero andrò avanti. Nemmeno la circolare di qualche giorno fa, firmata dal ministro Angelino Alfano, alle Prefetture con l'"ordine" di cancellare le eventuali registrazioni dei matrimoni tra omosessuali celebrati all'estero era servita a fare indietreggiare il sindaco. E così oggi (ieri sera in Consiglio, a fronte di una mozine d'ordne del centrodestra sul tema, il sindaco non ha inteso parlare dell'argomento) Pedrotti firmerà l'atto che registrerà nello Stato civile del Comune di Pordenone il matrimonio di una coppia regolarmente spostata all'estero. Francesco Furlan e il sudafricano Derek Wright, unitisi in matrimonio a Cape Town nel 2013, aspettavano fiduciosi che quello che era avvenuto già in altre città italiane - non ultima Roma, con la registrazione di sedici coppie da parte del sindaco Gianfranco Marino - potesse avvenire anche nel municipio di Pordenone. E del resto il sindaco Claudio Pedrotti è sempre stato possibilista, una convinzione che si sarebbe rafforzata anche dopo l'incontro avvenuto con i colleghi di Udine e Trieste dove è stata trovata una linea comune. E soprattutto dopo che, una decina di giorni fa, il collega di Udine Furio Honsell ha firmato l'atto di registrazione di un matrimonio contratto all'estero tra due donne. Un provvedimento sul quale la Prefettura di Udine - proprio sulla base della circolare inviata da Alfano - potrebbe intervenire attraverso un commissario che potrebbe annullare l'atto. Nel corso dell'ultima giunta comunale il sindaco si è confrontato con tutti gli assessori sulla vicenda. Più di qualcuno in giunta - fermo restando l'accordo di fondo sulla necessità di regolarizzare le unioni gay attraverso una normativa nazionale, così come il premier Matteo Renzi ha promesso nelle ultime ore - avrebbe chiesto prudenza al primo cittadino. «Nessuna proclamazione folcloristica - ha detto ieri Pedrotti -. Faremo un atto all'insegna della sobrietà con l'obiettivo di mandare un segnale di civiltà a chi deve legiferare».
Intanto sul caso interviene anche Giuliana Pigozzo, segretaria Cgil. «La vicenda delle trascrizioni delle unioni gay riporta ancora una volta una grande distanza da colmare. Un Paese che non ha acquisito fino in fondo il concetto che il diritto non è un privilegio ma una condizione di libertà sostanziale ed esigibile di cui ogni persona è titolare in quanto tale».
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