Monsanto via dall'Italia «Il caso Friuli non c'entra»

Sabato 23 Agosto 2014
PORDENONE - La distruzione dei campi di mais Mon810 non c'entra con la decisione della Monsanto Agricoltura Italia di abbandonare l'Italia. «La notizia - si legge in una nota della multinazionale - è infondata. L'azienda non ha mai commercializzato sementi di mais Ogm in Italia, ma unicamente sementi convenzionali, come confermato dagli stessi agricoltori che hanno seminato mais Mon 810 importandolo da un Paese dell'Unione Europea in cui è coltivato». Monsanto chiarisce inoltre che la decisione di non portare avanti le attività di ricerca e commercializzazione di sementi di mais geneticamente modificate in Italia e in Europa risale a più di un anno fa, a seguito della verifica della non sussistenza delle condizioni politiche e normative minime per la sostenibilità di questo business. Intanto Giorgio Fidenato contesta il contenuto del decreto di sequestro all'origine del provvedimento di distruzione dei suoi campi di Vivaro e Fanna. Secondo la Procura, il mais Ogm può «costituire pericolo alla biodiversità potendo, allorchè giungano a fioritura - ormai imminente - di compromettere la genuinità dei prodotti delle coltivazioni limitrofe». Con foto di pannocchie con infiorescenze femminili secche e piante di mais, Fidenato dimostra che il suo Mon810 non avrebbe potuto contaminare i campi limitrofi. «Non c'era alcuna possibilità di fecondazione incrociata - afferma - Il Mon810 non mostrava nemmeno comparsa di infiorescenze maschili, cioè i pennacchi, e pertanto la dispersione di polline non era imminente, ma sarebbe avvenuta tra 10/15 giorni».
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