Medici contro i tagli «Qui non servono»

Lunedì 3 Agosto 2015
Il Governo annuncia la lotta alle prescrizioni facili di esami diagnostici introducendo un tetto massimo alle prestazioni che i medici di famiglia potranno prescrivere. La sanità pubblica pordenonese non teme però colpi di scure: «L'azienda per i servizi sanitari del Friuli occidentale è già una delle più virtuose in Italia» conferma Paolo Bordon, direttore generale dellAas5 che precisa come al momento Pordenone sia ben al di sotto dei parametri massimi di prescrizioni ambulatoriali che definiscono la soglia della buona sanità. «A oggi l'unico parametro di riferimento regionale e nazionale è il numero medio di prestazioni ambulatoriali a persona, escluse quelle di laboratorio, che all'anno deve essere di quattro. A Pordenone siamo a 3,2, cioè ben al di sotto» spiega Bordon. Un indicatore che toglierebbe, secondo il direttore generale, ogni tipo di preoccupazione rispetto alla stretta governativa contro quella che viene definita «medicina difensiva», ossia l'eccesso di prescrizioni. A confermare la virtuosità dei medici di medicina generale della Destra Tagliamento è anche Rosario Magazzù, responsabile provinciale della Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia. «A livello locale i medici pordenonesi sono tra i più oculati e attenti in Italia. Tra l'altro non mi risulta ci siano mai stati richiami o segnalazioni di eccessive prescrizioni - spiega Magazzù - Ma il problema vero è che con questa misura governativa verranno ridotte le prestazioni agli assistiti». Si preannuncia un taglio netto agli esami diagnostici e l'eventualità che a pagarli - nel caso in cui sia dimostrabile che la prescrizione era inappropriata o inutile - siano le famiglie o addirittura i medici di famiglia stessi.
«La misura potrebbe comportare un forte danno, specie tra gli anziani e le persone fragili che maggiormente usufruiscono del servizio sanitario nazionale: a sottoporsi agli esami sarà solo chi potrà permetterseli privatamente, mentre le persone più povere e gli anziani rinunceranno agli accertamenti. Non è questo il modo per garantire la salute», prosegue Magazzù. Il referente provinciale dei medici di famiglia non ci sta nemmeno a sopportare il pregiudizio secondo i medici di famiglia eccederebbero con le prescrizioni come forma di autotutela: «È una falsità. Di certo per i medici si andrà incontro a un sovraccarico di lavoro per vagliare i nuovi criteri di prescrizione. Non è più procrastinabile una riorganizzazione territoriale in grado di dare al cittadino quanto necessario per la tutela della salute».
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