Maxi-buco in Tribunale, confermata la condanna

Mercoledì 5 Agosto 2015
UDINE - Inammissibile. Così la sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso proposto da Antonio Bettino, 57 anni originario di Napoli ma all'epoca residente in Friuli, assistito dall'avvocato Giorgio Weil, contro la sentenza con cui il 19 giugno 2014 la Corte d'Appello di Trieste aveva quasi integralmente confermato la condanna per il "maxi buco" all'Unep di Udine.
L'ex dirigente facente funzioni dell'Ufficio esecuzioni penali del Tribunale di Udine era finito al centro di un'indagine della Procura di Udine per una serie di ipotesi di reato, che andavano dal peculato alla truffa e al falso, in relazione all'ammanco di oltre 300 mila euro nelle casse dell'ufficio, che sarebbero stati frutto di introiti illegalmente trattenuti dal funzionario nel periodo compreso tra il 2004 e il 2009. Condannato a 5 anni in primo grado in abbreviato dal gup Paolo Milocco nel marzo 2011, Bettino si era visto "scontare" la pena, abbassata di due mesi, a 4 anni e 10 mesi dalla seconda sezione della Corte d'appello di Trieste, che aveva dichiarato prescritto un capo e che lo aveva assolto invece perché il fatto non sussiste da un'ipotesi di peculato per un assegno bancario di 1.098 euro. Gli "ermellini" hanno cassato tutti i rilievi mossi dalla difesa, confermando la sentenza d'appello e scrivendo così la parola fine alla vicenda giudiziaria. (((viottoe)))
e.v.

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