Mais Omg, ricorso al Tar e campo sotto sorveglianza

Mercoledì 2 Luglio 2014
PORDENONE - (c.a.) Del mais Ogm seminato dell'imprenditore agricolo di Arba si occuperà nuovamente il Tar. La Regione aveva dato a Giorgio Fidenato cinque giorni di tempo per distruggere le piante che crescono nel terreno di Colloredo di Monte Albano (quelle di Vivaro sono già state distrutte da un'azione organizzata dalle tute bianche dei centri sociali). Oggi scade il termine, ma Fidenato, come era prevedibile, resiste. Questa mattina depositerà al Tar di Trieste una richiesta di provvedimento urgente, ovvero l'annullamento dell'ordine di distruzione notificato attraverso la Forestale. In contemporanea gli agricoltori pro Ogm schiereranno i propri trattori a Colloredo per impedire alla forestale di estirpare le piante di Mon810.
Dopo l'ordine di distruggere il mais, Fidenato aveva invitato la Regione a disapplicare, in autotutela, l'articolo 1 della legge regionale 5/2014 in quanto «incostituzionale» e non conforme alle norme e alle sentenze europee. La scorsa settimana ha anche presentato un esposto-denuncia a Udine, assieme a Leandro Taboga di Colloredo, responsabile del progetto sperimentale sull'impatto del Mon810 sulla biodiversità, e a Ennio Dordolo, imprenditore agricolo di Colloredo. Fidenato punta il dito contro la «diffusione di notizie allarmistiche e prive di fondamento scientifico» sulla pericolosità del Mon810; sul presunto «abuso di potere» dei ministri che hanno firmato il decreto del 12 luglio 2013 che vieta le semine; sui danni causati dalla mancata adozione delle norme europee in materia di Ogm. La Procura ha già aperto un fascicolo per procurato allarme.
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