Lavoro politico ma con paga sindacale

Lunedì 30 Marzo 2015
Come volevasi dimostrare. Alla prima chiamata alle armi senza soldo, nessun volontario. È accaduto al consiglio provinciale d'inizio mese. Cercavano trenta nomi per comporre le commissioni elettorali circondariali. Nella Provincia che fu, con 34 euro a seduta pro-capite, i commissari non sono mai mancati. La nuova Provincia non paga più il gettone e i commissari latitano.
Benché riguardi incarichi di rilievo secondario, quel che è successo segnala quanto conti il vil danaro in politica. Non è un mistero che molti baldi giovanotti, altrove senza arte né parte, abbiano trovato nella carriera politica lo sbocco ideale per raccattare il massimo (profitto) col minino (intelletto). Nemmeno è una novità che tanti di quei baldi, una volta capita l'antifona, si siano ben guardati dal mollare le poltrone occupate, anzi, si siano dati un gran daffare per consolidarne resa e durata. Tutto ciò in perfetta antitesi con lo spirito di servizio, disinteressato e temporaneo, che dovrebbe contraddistinguere l'amministratore della cosa pubblica.
Da qui la politica intesa come professione a vita, come luogo in cui tutto può chi è dentro, dove potere notorietà e denaro si combinano in una miscela tossica che attrae anche i meno scafati dell'ambiente, tanto qualche piccola dose non fa male. È una malattia subdola, qualcuno nemmeno sa di averla, pochi gli immuni. Non c'è antidoto sicuro per curare e mandare a casa i malati.
Forse un suggerimento ci viene dal fatterello del no gettone no commissione: stringi la borsa e si sfoltisce la corsa. Non che si pretenda che si sbattano gratis, però un'equiparazione tra il lavoro del politico e quello del precario non sarebbe una bestemmia: contratto a tempo determinato, orario senza orario, paga sindacale, assenze vietate, pensione nella prossima vita. Giusto per vedere se gli ingorghi per entrare a palazzo continuano.

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