Lavoratore ghanese espulso dopo 35 anni

Martedì 22 Luglio 2014
PINZANO - È stato trasportato al centro accoglienza migranti della Puglia il ghanese Samuel Akorley (57 anni) residente dal 1977 a Pinzano al Tagliamento senza permesso di soggiorno dal 2002. Ha rifiutato il rimpatrio assistito in Africa, scampando successivamente più volte al rientro forzato. Gli agenti di polizia locale lo hanno sorpreso a casa, pochi giorni fa, accompagnato in macchina per un tratto e consegnato ai carabinieri per il trasferimento. Il decreto di espulsione emesso dal questore nel maggio scorso ha condannato al triste reimpatrio forzato il lavoratore - e regolare contribuente per lunghi anni - spesso in passato fatto lavorare in modo irregolare. Il cittadino straniero è reo soltanto di non possedere l'autorizzazione ufficiale a restare in Italia: nessun'altra condanna, nessun reato commesso che possa giustificare quello che alla fine è stato l'inevitabile allontanarlo dalla comunità dove sinora ha vissuto. Il sindaco Debora Del Basso confessa di non essere a conoscenza della destinazione di Samuel: «Ho saputo soltanto che non si trovava più a Pinzano - afferma - d'altronde la giustizia, tra mille virgolette, ha fatto il suo corso».
Ora l'uomo attende il processo, poi chissà forse farà davvero ritorno in Ghana, nel minuscolo villaggio d'origine a 400 chilometri dalla capitale Accra. «Non ho scritto io la Bossi-Fini - rimarca il sindaco - se solo avesse accettato il procedimento del rimpatrio assistito, lo avremmo potuto richiamare in Italia e offrirgli un contratto di lavoro». Secondo le testimonianze di alcuni presenti, l'uomo sarebbe scoppiato in lacrime al momento della partenza tanto da commuovere gli stessi agenti. «È stata scritta una delle pagine più tristi e buie della storia di questo paese - ha commentato commosso il concittadino Oscar Pezzetta -. L'amministrazione ha le sue responsabilità, non ha mosso un dito per risolvere umanamente il caso e regolarizzarlo». Il presidente onorario dell'associazione Acqua, Renzo Bortolussi, ha sottoscritto il secondo esposto, questa volta direttamente all'Onu contestando la violazione dell'articolo 9 della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo: «Tutti noi sappiamo che una volta in Ghana non potrà sopravvivere - conclude - se qualcuno accetta e appoggia dietro le quinte la situazione, certo non starò a guardare, mi batterò per riportarlo qui, a casa».
Maria Santoro

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