La Banca Popolare di Cividale rassicura «Torneremo a distribuire dividendi»

Sabato 10 Ottobre 2015
«Associare la nostra Banca a contesti in cui c'è tensione finanziaria o emotiva è fuori luogo ed offensivo, ci risultano infatti solamente 10 casi di rimostranze nei nostri confronti, e comunque nessuno di essi a che fare con situazioni drammatiche, episodi di azioni collocate con patto di riacquisto oppure con parallelo finanziamento della banca». Ad intervenire è Gianluca Benatti, direttore generale della Banca di Cividale, dopo la segnalazione della Federconsumatori sulle oltre 500 richieste di assistenza ricevute da azionisti di banche popolari preoccupati per i loro risparmi. «La nostra è una banca che ha un passato ed un presente molto diverso da alti istituti - specifica - siamo la più grande banca autonoma della regione ed i nostri cromosomi da sempre sono chiari. Civibank è fatta da 16 mila soci, di cui 12 mila in possesso di meno di mille azioni a testa; l'ultimo aumento di capitale lo abbiamo fatto nel 2007 e non ne faremo altri; non abbiamo mai emesso obbligazioni convertibili in azioni, non ambiamo ad entrare in borsa a breve termine e posso annunciare - spiega ancora Benatti - che alla luce del bilancio che andremo a chiudere quest'anno, il migliore della nostra storia, dal 2016 potremo tornare a distribuire dividendi ai nostri soci, così come lo abbiamo fatto dal 2007 al 2012, permettendo anche agli ultimi azionisti di detenere un valore maggiore di quello d'acquisto». Benatti, chiarendo che con l'associazione dei consumatori si sono sempre intrattenuti ottimi rapporti, tiene a precisare che rispetto a quanti hanno bisogno di ricapitalizzazioni "aggressive", Civibank ha altri modi di interagire con i propri soci, «come obbligazioni con tassi assolutamente fuori standard (2,5% al tasso fisso per i primi due anni), mutui che non hanno costi né di perizia né di istruttoria, aste settimanali per quanti abbiamo necessità di liquidità oltre tutta una serie di attività per il territorio, dalla donazione di defibrillatori a convenzioni con la Caritas diocesana, fino ad arrivare al micro-credito di solidarietà e alla nuova piattaforma di Crowfounding che ha già visto raccolti 20 mila euro da parte di cittadini ai quali si aggiungono le nostre risorse con atti liberali».
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