L'ex cotonificio Amman usato come un parco giochi

Mercoledì 30 Luglio 2014
Ci risiamo. Nonostante le Forze dell'Ordine, i vigili urbani in particolare, tengano sott'occhio (nei limiti del proprio orario di servizio, dell'organico a disposizione e delle incombenze quotidiane) edifici e stabilimenti industriali abbandonati (che ciclicamente diventano «presidio» per guerrieri di soft air, writers, tossici, sbandati e occasionali visitatori) ecco palesarsi alla luce del sole l'ennesima intrusione. Erano infatti almeno quattro gli adolescenti che nel pomeriggio di domenica scorsa scorrazzavano sui tetti dei capannoni a volta dell'ex cotonificio «Amman & Wepfer» di Borgomeduna. Gioghi altamente pericolosi visto che gran parte del vecchio cotonificio è pericolante.
Chi si trovava nel circostante parco del Seminario vescovile ha potuto udire e scorgere i ragazzi che si "divertivano" tra le insidiose macerie del vecchio sito di archeologia industriale. Li hanno anche fotografati. I ragazzini (due maschi e altrettante femmine) scherzavano e correvano, come si trovassero in un parco giochi, incuranti del pericolo di trovarsi sulla sommità di strutture vetuste e pericolanti, che si elevano a una dozzina di metri dal suolo. Ma non bisogna dimenticare che nell'area insistono montagne di taglienti detriti metallici arrugginiti, calcinacci e vetri rotti. A queste insidie si aggiungono anche manufatti in movimento e parti in tensione, considerando che una parte dello stabilimento è sede di una centrale per la produzione di energia elettrica, potendo sfruttare le abbondanti portate delle acque di Noncello e Meduna (quest'ultimo derivato attraverso apposito canale artificiale) che convergono nel sito dell'Amman. E a proposito di acque impetuose, va aggiunto il pericolo di annegamento. Ma come hanno potuto i ragazzi entrare nell'opificio, nonostante i divieti e le recinzioni che sbarrano gli ingressi? Da una veloce perlustrazione sul posto, pare evidente che abbiano impegnato l'entrata originaria, ovvero l'ex portineria situata lungo viale Martelli, laddove c'è un cancello lasciato incautamente spalancato. Il vasto ex stabilimento industriale è tuttora proprietà privata e negli scorsi anni fiumi di parole (e di consigli comunali) sono stati spesi per deciderne il futuro: dal recupero ai fini commerciali al grande parco di archeologia industriale. Intanto niente e nessuno sembra riuscire a scoraggiare adeguatamente le intrusioni, neppure il fatto che alcuni mesi fa una decina di ragazzini erano stati sorpresi all'interno e denunciati dai vigili. In quell'occasione il Comune aveva intimato alla proprietà di bloccare tutti gli accessi. Evidentemente non è servito.
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