L'ambulatorio è a rischio L'assessore: lo salveremo

Lunedì 3 Agosto 2015
Scatta l'operazione salvataggio per l'ambulatorio del quartiere Aurora. «Stiamo studiando le modalità per mantenere in zona tutti i servizi alla popolazione ed evitare la chiusura dell'ambulatorio. Le condivideremo con i medici di medicina generale e con i consiglieri», spiega l'assessore Simona Liguori. A sollevare già il caso in consiglio era stata la grillina Claudia Gallanda, preoccupata perché la struttura, prima affittata a tre medici di base e a una pediatra (che però stava facendo una sostituzione provvisoria a tempo), «causa defezione di due operatori sanitari su quattro per vari motivi, risulta oggi a grave rischio chiusura». Uno scenario che non sfugge neppure all'Azienda sanitaria, che, però, lo dice chiaro: se c'è una richiesta di abbassare il canone, la cosa rientra «in una sfera privata di relazioni fra medici e Comune».
Ma la strada di abbassare l'affitto (chiesta anche da Gallanda con una delle tre mozioni che ora presenterà in consiglio) non sembra quella che seguirà il Comune. «Stiamo studiando come salvare l'ambulatorio. Ma bisogna mantenere una posizione equa nei confronti di tutti i medici di base», dice Liguori. L'idea a cui si lavora punta sulle aggregazioni dei medici di base «che la legge regionale prevede, anche se non c'è chiarezza sull'attuazione»: se ci fossero più camici bianchi, secondo lei, anche il canone potrebbe non essere più un problema. «Il Comune non ha competenza sulle aggregazioni, ma possiamo indurre la Regione a darci delle indicazioni in tal senso, cercando di agevolare i servizi ai cittadini», dice l'assessore. E il pressing sulla Regione è un'altra delle soluzioni ipotizzate da Gallanda (la terza prevede il «contatto fra gli uffici competenti e i medici dell'ambulatorio»). Per lei, se l'ambulatorio dovesse chiudere, sarebbe un «danno sia economico per il Comune sia soprattutto per il quartiere». Secondo Gallanda, «ottimizzando la fruizione» dei locali, l'ambulatorio «rientrerebbe perfettamente all'interno dei dettami» della riforma. Liguori ha anche chiesto «alla direzione dell'Azienda sanitaria che ci faccia comprendere qual è veramente lo scenario. Stiamo verificando come stanno le cose prima di fare delle proposte». Un atteggiamento prudente, anche «per non ingenerare false aspettative». Liguori ricorda di aver incontrato anche i comitati delle famiglie, per il caso-pediatra: «Hanno compreso che nessuno può obbligare un pediatra ad andare lì».
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