Il vescovo Pellegrini: «Niente elemosina? Si corre il rischio di colpire chi ha bisogno»

Mercoledì 3 Settembre 2014
L'elemosina ai mendicanti si può dare, non c'è una "patente" per i veri poveri e per i furbi. A dirlo, a margine della celebrazione religiosa tenutasi lunedì pomeriggio al mobilificio Santa Lucia, il vescovo della diocesi di Concordia - Pordenone monsignor Giuseppe Pellegrini. Un messaggio che arriva in un momento particolare, con molti sindaci che hanno deciso di stroncare il fenomeno del racket e alcuni negozianti in città che invitato i clienti a non dare l'elemosina ai mendicati. «I mendicanti - spiega il vescovo - da sempre hanno chiesto l'elemosina. Sta a chi la fa esaudirne la richiesta». Ma da qualche tempo si assiste ad un'invasione. «Questo e vero, ma dobbiamo capire che la crisi porta anche a questo». Certamente ce chi approfitta. «Esistono vere e proprie organizzazioni che arrivano anche a Pordenone, falsi poveri per fare cassa». Qualche parroco ha invitato i fedeli a non fare l'elemosina a sconosciuti, il vescovo di Pordenone, cosa si sente di dire? «Per prima cosa - continua mons. Pellegrini - chi fa l'elemosina non chiede a chi la riceve se sia in possesso del diploma di vero povero. In alternativa è difficile anche per il vescovo prendere decisioni che, se da un lato potrebbero essere condivise, dall'altro potrebbero colpire i veri bisognosi». «Tramite la Caritas - conclude - stiamo assistendo centinaia di famiglie e, per questo, chiedo a quanti ne hanno le possibilità, di continuare ad aiutarci per risolvere situazioni di disagio che continuamente aumentano». Dei disagi, non solo economici, che sta vivendo la comunità diocesana, ne parla pure il parroco di Puja di Prata, don Piergiorgio Rigolo cappellano della Casa circondariale di Pordenone e sacerdote che il disagio lo vede quotidianamente al Centro civico di Puja. «Ogni martedì è attivo il Centro d'ascolto dove, non solo chi ha problemi economici può rivolgersi. Personale qualificato ascolta tutti e, nel limite del possibile, cerchiamo di risolvere i problemi». Si deve anche dire che il Centro d'ascolto di Puja ha stipulato un accordo con i supermercati della zona, per far sì che prodotti alimentari in scadenza non siano inviati al macero, ma consegnati al Centro dove vengono distribuiti alla famiglie bisognose.
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