Il nodo dell'Electrolux al vertice con il ministro

Giovedì 26 Marzo 2015
La questione legata all'utilizzo futuro dei contratti di solidarietà sarà al centro dell'incontro di oggi a Mestre tra Electrolux e sindacato. Il tema riguarda la possibilità che, per il prossimo biennio, vengano cambiate le regole per l'utilizzo degli ammortizzatori sociali. Le nuove regole introdotte con il Jobs act e la carenza di risorse economiche aprono degli interrogativi a cui azienda e sindacato hanno cercato di dare una risposta anche attraverso un confronto tecnico con il ministero del Lavoro. L'accordo in essere prevede i contratti di solidarietà fino al 2017: sul dopo ci sono dubbi. Così come sugli sgravi fiscali, la decontribuzione che è stata al centro dell'accordo salva-fabbriche di un anno fa. Interrogativi e incertezze che il sindacato non mancherà di sottoporre all'attenzione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti che domani pomeriggio sarà in città - dalle 18 nella sala consiliare della Provincia, ci sarà anche la presidente della Regione Debora Serracchiani, il vicepresidente di Confindustria Stefano Dolcetta e Luigi Pettini della segreteria nazionale Cisl - per partecipare a una tavola rotonda organizzata dalla Cisl provinciale e moderata da Maurizio Crema de Il Gazzettino proprio sul Jobs act. Un'occasione importante per sottoporre la questione al ministro e per capire quale potrà essere il futuro degli ammortizzatori anche per Electrolux. Si parlerà sicuramente anche del caso IdealScala. Intanto nell'incontro di oggi tra Electrolux e sindacato potrebbe essere formalizzata la richiesta del rinnovo dei contratti di solidarietà che sono in scadenza.
E sembra complicarsi anche la vertenza della Safop. L'azienda della Comina - entro fine aprile dovrà essere presentato ai giudici il piano legato al concordato in bianco - ha firmato, lunedì scorso, un accordo per la cassa straordinaria per un anno a zero ore utilizzata a rotazione. La richiesta dei contratti di solidarietà non avrebbe trovato la disponibilità dell'azienda. Diventa, dunque più complicato gestire i 43 (sui 106 addetti) esuberi dichiarati.
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