Il giallo dell'aggressione "svelato" dalla borsetta

Lunedì 1 Settembre 2014
Una borsetta con dentro chiavi, documenti, un portafoglio, il libretto della pensione e alcuni oggetti personali. Una borsetta che non si trova. La svolta nelle indagini che ha portato al fermo di un giovane disoccupato di 21 anni che ora potrebbe ritrovarsi cucita addosso una pesantissima accusa di omicidio parte dalla borsetta di Santina Tosoni. La donna, 74 anni, era stata trovata agonizzante sulle scale del pianerottolo che dal garage del palazzo di via Zancanaro 25 a Sacile portano all'ingresso principale. Tanto sangue, il corpo riverso sui gradini, un paio di occhiali. Ma della borsetta nessuna traccia. In quel momento, però, a nessuno era venuto in mente un particolare irrisorio come la borsa. Bisognava rianimare la donna, portarla in ospedale e cercare di salvarla. Nessuno ha fatto caso a quella borsetta che mancava. Solo sabato mattina i due figli, Laura e il fratello Edoardo, hanno cercato di mettere ordine. La mamma era abitudinaria. Arrivava a casa in bicicletta entrando dallo scivolo del garage e saliva dalle scale buie sino all'ingresso. Ma con se aveva sempre la borsetta. A quel punto sono andati dai carabinieri per chiedere se la borsa della mamma l'avessero recuperata loro e per farsela consegnare. Nessuno l'aveva vista. Forse - ha ipotizzato qualcuno - è stata portata via con la barella, sarà al Pronto Soccorso o al 118. Una rapida verifica, ma anche in ospedale nulla. I due fratelli, preoccupati per la presenza delle chiavi di casa insieme ai documenti all'interno della borsetta, sono tornati dai carabinieri per sporgere denuncia di smarrimento. È stata la scintilla che ha dato il all'indagine. Sino a quel momento, infatti, tutto aveva fatto supporre che Santina Tosoni, rientrata a casa salendo le scale fosse scivolata cadendo e sbattendo violentemente la testa. Anche alcune testimonianze raccolte avvaloravano questa ipotesi. La mancanza della borsetta che la donna portava sempre con se dal luogo dove era stata trovata priva di conoscenza, apriva invece altri scenari. Ben più gravi. Il capitano Pierluigi Grosseto a quel punto ha iniziato a muoversi verso altre direzioni diverse dall'incidente domestico, forse una aggressione finita male per rubare la borsetta. La certezza è arrivata alcune ore dopo quando la borsa della donna è stata trovata al centro commerciale Bennet. Era stata gettata in un cassonetto dei rifiuti. Non c'erano più dubbi: Santina Tosoni era stata aggredita sulle scale che dal garage portavano all'ingresso del palazzo. Uno scippo. Forse era stata seguita sino in cantina, forse si è trovata difronte il giovane, entrato dall'ingresso principale che l'ha strattonata. La donna, alta, ma di corporatura esile, deve aver perso l'equilibrio cadendo e sbattendo la testa. Oltre che sui gradini, tracce di sangue sono state trovate anche sul muro. Con i nuovi elementi in mano, il quadro più chiaro, un buon fiuto per le indagini, l'aiuto di qualche testimonianza mirata e i file di alcune telecamere i carabinieri di Sacile, guidati dal capitato Pierluigi Grosseto, pur partiti con diverse ore di ritardo, hanno recuperato. A tarda serata è stato infatti fermato un giovane di 21 anni, disoccupato di Cordenons. Su di lui pesano parecchi indizi, anche circostanziati. Oggi il magistrato valuterà cosa fare.
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