Giorno dell'Alzheimer In piazza blitz in bianco

Sabato 20 Settembre 2014
Un flash mob in piazza in occasione della ventunesima giornata mondiale dell'Alzheimer. L'appuntamento è per domani, dalle 11 alle 12 nell'area di piazza della Motta a Pordenone. Nel progetto, portato avanti dal Comune con Casa Serena di Torre e Umberto Primo, sono contemporaneamente coinvolte altre cinque città: Treviso, Trieste, Belluno, Feltre e Macerata. Sono stati invitati a partecipare - spiega l'assessore ai Servizi sociali, Vincenzo Romor - anche tutti i centri di servizio per anziani, le associazioni e i servizi che si interessano alle problematiche connesse alla malattia di Alzheimer. Sarà organizzata una manifestazione di semplice realizzazione, economica nei costi, ma dall'effetto comunicativo forte e suggestivo sul tema delle demenze».
Alle 11 di domani, in modo non preavvisato, in piazza si presenterà un signore vestito di bianco, dopo 15 secondi arriverà una seconda persona vestita di bianco e così a seguire altre persone sempre vestite di bianco a formare un numeroso gruppo in rigoroso silenzio. Il bianco poiché in questo frangente evoca la mancanza di identità della persona affetta da demenza, la mancanza di memoria, l'indistinto. Questo gruppo - saranno coinvolti ottanta volontari che si disporranno in modo da scrivere la parola Alzheimer - poi coinvolgerà altre persone partecipanti e passanti invitandoli a raccontare un episodio del proprio passato che verrà scritto in un post-it colorato da attaccare ad un cartellone 70x100. Verrà poi consegnato loro un fazzolettino annodato in memoria della giornata dedicata all'Alzheimer. In questo modo saranno i ricordi di chi può averli a restituire l'identità ai malati che non li possono più avere. Il flash mob, senza musiche o megafoni o altro, si propone dunque di sensibilizzare cittadini, amministrazioni e la politica su questo problema, per evitare la ghettizzazione delle persone con demenza e delle loro famiglie nelle case di riposo e nelle loro abitazioni. Ma vuol anche abbattere gli stereotipi negativi e denigratori collegati alla malattia e chiedere maggiore attenzione alle istituzioni.
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