Fuori dalla crisi? Ecco la ricetta delle università

Lunedì 6 Luglio 2015
UDINE - (wt) Il confronto che chiude a Udine la tre giorni di "Conoscenza in festa" mette di fronte il presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Stefano Paleari e la governatrice Debora Serracchiani in uno schietto duello sullo stato dell'Università e dell'Italia: arbitro il giornalista Enrico Mentana, che mette subito sul tavolo la questione dello scontro fra governo e atenei, definiti da Matteo Renzi «leva strategica di cambiamento del Paese» e oggi contrari alla riforma Madia. «L'Università ha fatto la sua parte - esordisce il "capo" dei rettori - è l'unica branca della pubblica amministrazione ad avere costi standard e personale valutato. I corsi sono diminuiti del 30%, i docenti calati da 63 a 50mila». Magari non sono baroni, di certo dinosauri: «solo 12 docenti ordinari su 12mila hanno meno di 40 anni», spiega Paleari, diventato ordinario a 36 anni e rettore a 44. «Finanziamo il 13% del programma europeo Horizon 2020 ma solo il 6% dei destinatari è italiano perché non abbiamo ricercatori. Abbiamo subìto 800 milioni di tagli dal 2009: una restituzione almeno parziale è necessaria. Al governo chiederei di investire sul diritto allo studio, sui giovani, sul rapporto con le imprese». Serracchiani rimarca come «l'Italia ha un difetto complessivo di classe dirigente: in regione ad esempio le aziende sopravvissute alla crisi sono solo quelle che innovano, servirebbe che l'università formasse anche gli imprenditori convinti di poter andare avanti come 30 anni fa per avere finanziamenti, quando oggi si scommette solo su progetti competitivi».
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