Franceschini non cede i musei nazionali al Fvg

Giovedì 3 Settembre 2015
TRIESTE - Nessuna cessione di beni culturali dallo Stato alla Regione. Lo ha chiarito ieri a Trieste il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini affiancato dalla presidente della Regione Debora Serracchiani. Ad auspicare una regionalizzazione dei musei nazionali di Trieste, Aquileia e Cividale era stato nelle scorse settimane l'assessore alla cultura Gianni Torrenti.
«Sono pronto a forme di collaborazione - ha detto Franceschini - ma penso che quando un turista va in una città l'ultima cosa che gli interessa è se quel museo è dello Stato, Regione o Comune mentre gli importa che funzioni». «Il terreno è delicato - ha premesso - perché si tratta di una Regione a statuto speciale, abbiamo un tavolo aperto con le Regioni e uno permanente con l'Anci per consentire che in ogni città, al di là della proprietà giuridica dei singoli musei, ci sia un'offerta con tariffazione unitaria e orari concordati». Per quanto riguarda la gestione dei beni dello Stato: «La fondazione mista è uno strumento che non escludiamo, ma non è la medicina che guarisce tutti i mali».
Dal canto suo Serracchiani ha sottolineato che la Regione «utilizzando il proprio Statuto speciale e le norme di attuazione, laddove ci saranno le condizioni, chiederà forme di collaborazione che già esistono come su Aquileia oppure come accaduto in passato per il Castello di Udine vi potranno essere anche decisioni diverse».
Franceschini ha visitato le aree del Porto Vecchio e il Parco di Miramare colpito, in alcune zone, dall'incuria e dal degrado. Il Comune di Trieste ha offerto la sua collaborazione ma il Parco rimarrà al Ministero con una possibile convenzione per contribuire alla gestione e con conferimento di risorse anche derivanti da un ticket d'ingresso «ragionevole» e dal costo distinto tra turisti e residenti: «Le risorse entranti andranno tutte per la manutenzione e penso anche ad una gestione unitaria per Parco e Castello». Sia per Miramare che per il Porto Vecchio si punta ad un protocollo d'intesa con Regione e Comune. Sottolineando la strategicità dell'antico scalo, «riduttivo definirlo nazionale», il ministro ha posto l'accento sulle «risorse da raccogliere con i Fondi sviluppo e coesione dell'Unione europea» e su un «disegno unitario che trasformi lo scalo nella grande porta dell'Europa continentale sul Mediterraneo».
Frattanto la 5. Commissione del Consiglio Fvg ha approvato il disegno di legge sui beni culturali: dote finanziaria eòlevata a 4,2 milioni di euro.

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