Fanno tendenza i racconti personali di paesi lontani fra storia e aneddoti

Lunedì 22 Settembre 2014
PORDENONE - Anche ieri si sono respirate le tendenze internazionali che si stanno imponendo nella narrativa contemporanea, tra autobiografie e storie ritenute degne di essere raccontate. La francese Katherine Pancol ha presentato la prima parte del romanzo “Muchachas”, diviso in 3 libri pubblicati a cadenza mensile. La storia prende le mosse da un aneddoto vissuto dall'autrice: a un matrimonio nel Sud della Francia assiste al pestaggio di una donna bellissima da parte del marito. Da qui sviluppa un romanzo che parla di violenza sulle donne, fenomeno comune anche fuori dall'Italia. L'australiana Hanna Kent in “Ho lasciato entrare la tempesta” racconta invece la storia di Agnes Magnusdottir, l'ultima donna condannata a morte in Islanda, a metà dell'800, conosciuta nelll'anno di studi trascorso nell'isola. Agnes è un personaggio ricco di sfumature: non si sa se sia innocente o colpevole e neanche il motivo delle sue presunte azioni omicide. Tramite la sua storia si conoscono il popolo e la mentalità islandese, scavando nelle parti oscure dell'animo dove i contorni non sono sempre netti. Caleb Crain parte dagli Usa e arriva nella Praga post-comunista dei primi anni '90, dove ha vissuto. “Errori Necessari” narra la vita quotidiana in un paese dove si respira aria di libertà dopo un periodo oscurantista, prima che il liberismo economico si imponga: il protagonista capirà che la scrittura è la sua vocazione e che può vivere liberamente la propria omosessualità. L'ultimo viaggio è quello del belga David Van Reybrouck in “Congo”: un monumentale reportage nella storia della ex Zaire, frutto di 12 viaggi in Africa, oltre 500 interviste e un incidente aereo, tra eventi mitici (il match Foreman-Alì a Kinshasa nel '74), i bimbi-soldato e la perenne lotta per le ricche risorse.
Mauro Rossato

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