Electrolux, verso un nuovo piano

Venerdì 25 Aprile 2014
«È nostra convinzione che il piano industriale per Porcia vada rivisto e migliorato. Lo abbiamo detto fin dall'inizio e continuiamo a ribadirlo. Bisognerà capire con quali interventi e attraverso quali azioni. Prendiamo atto delle proposte avanzate dal sindacato e ne terremo conto nei prossimi confronti con l'azienda. Serve però evitare il "muro contro muro" con l'impresa poiché è necessario tenere il fronte del sindacato e delle quattro Regioni unito come è stato fino a oggi». La presidente della Regione Debora Serracchiani ha promesso la continuità dell'impegno sulla vertenza Electrolux che potrebbe avviarsi verso una possibile conclusione. Anche se, come hanno ribadito ieri nell'incontro in Regione a Pordenone, Fim, Fiom e Uilm, ancora non ci sono affatto le condizioni per un accordo. Le questioni su cui il sindacato ha chiesto di tenere alta la guardia sono quelle legate ai volumi produttivi, all'occupazione e alla sopravvivenza della fabbrica oltre il 2017. Dal sindacato sono arrivate precise proposte (un documento è stato consegnato alla presidente accompagnata dal vice Sergio Bolzonello) sulle possibili strade per aumentare i volumi produttivi e gli investimenti sugli impianti ormai "alla frutta" per garantire sicurezza futura alla fabbrica. Oltre a quello che l'azienda prevede nel piano (nuove lavasciuga alte di gamma, apparecchiature per il mercato americano e lavatrici semi-professional) viene indicata la possibile (non facile) "riallocazione" delle asciugatrici che ora vengono realizzate in Polonia nella fabbrica di Porcia dalla quale furono spostate a cominciare dal 2004. L'obiettivo è aumentare il livello di 750 mila lavatrici annue (oggi sono quasi un milione e 300 mila) cui l'azienda ha fissato l'asticella. Prodotti di gamma elevata (oltre centomila pezzi) che hanno già un mercato e che potrebbero essere realizzati in una delle cinque linee produttive che l'azienda ha intenzione di dismettere. Inoltre potrebbero essere riportate all'interno dell'impresa le lavorazioni di componenti che arrivano da fuori. Un modo per garantire maggiori volumi e una presenza anche oltre il 2017. Ma una cosa che ha detto la Serracchiani non è piaciuta molto ai lavoratori. «Gli esuberi non sono 450, sul piano io leggo che sono meno di 300 perciò è diverso pensare a ricollocare un numero inferiore di lavoratori». Il sindacato insiste: gli esuberi del piano attuale sono 450 poiché vanno calcolati sull'orario di 40 ore settimanali e non sulle sei ore. «Il piano va comunque migliorato, ma dobbiamo tenere il fronte unito evitando il rischio di creare divisioni tra sindacai e tra Regioni», ha ribadito Serracchiani. «Sappiamo - ha sottolineato Sergio Bolzonello - che il punto di criticità sul quale sarà auspicabile trovare un miglioramento è dato dai volumi. Vi siano margini di miglioramento nel piano e un futuro per il comparto del bianco nel pordenonese. Anche sulla base di questa convinzione la Regione è entrata, attraverso la finanziaria Friulia, nella compagine societaria del Gruppo Rosa credendo nella forza dell'indotto».
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