Ecco perché il manager pensionato potrà continuare a reggere il timone

Mercoledì 25 Novembre 2015
TRIESTE - La designazione di un pensionato, l'ingegner Maurizio Castagna, a presidente di Autovie (e con l'insediamento del nuovo Consiglio d'amministrazione alla conferma quale amministratore delegato), nonostante le perplessità ingenerabili di primo acchito, è invece del tutto legittima. In altre parole, non si pone in contrasto con la legge Madia che riforma la Pubblica amministrazione. Questo non perché si sia trovato un escamotage di bottega per aggirare la legge, non perché ci sia rivolti ad autorevoli docenti di diritto amministrativo per farselo spiegare con un livello adeguato di autorevolezza, ma perché sta scritto con caratteri piuttosto evidenti nella circolare che la Presidenza del Consiglio (Dipartimento della Funzione pubblica) ha diramato a suo tempo (4 dicembre 2014) al fine di fornire criteri applicativi e interpretativi certi della norma in questione. E viene ribadito per vari versi in una nuova circolare, fresca di firma (10 novembre) della stessa ministra Marianna Madia.
Il principio generale resta inossidabile: chi è già in pensione non può ricoprire incarichi direttivi nelle Pubbliche amministrazioni o nelle loro partecipate, fossero anche controllate in via indiretta come nel caso di Autovie, che la Regione Fvg controlla per il tramite della finanziaria Friulia.
Ma allora perché Castagna può dirigere Autovie, pur essendo in pensione? Per un paio di buoni motivi che si scoprono con una certa agilità leggendo la circolare. Innanzitutto, il divieto fa riferimento a lavoratori dipendenti collocati in quiescenza: pertanto, ad excludendum, non interessa chi abbia fatto il manager libero professionista in tutto o in parte della propria carriera professionale. Tuttavia a fare piazza pulita dei dubbi è un punto diverso, che passa nella circolare sotto il titolo "Incarichi consentiti".
La circolare spiega che «lo scopo delle disposizioni in esame non è di escludere la possibilità che i soggetti in quiescenza operino presso le Amministrazioni, ma di evitare che il conferimento di incarichi a questi soggetti sia utilizzato per aggirare lo stesso istituto del collocamento in quiescenza». Come dire: hai dovuto andare in pensione ma tenti di aggirare tale obbligo continuando a lavorare con contratto privatistico per conto della Pubblica amministrazione. Non è questo il caso, come risulta evidente.
Di più: «Non è escluso che un soggetto, collocato in quiescenza per aver raggiunto i relativi requisiti nella propria carriera, possa concorrere per un impiego nella Pubblica amministrazione relativo a una carriera nella quale può ancora prestare servizio». Ciò può dipendere «dalla particolarità della carriera, pubblica o privata, di provenienza - sta scritto nella prima circolare - che consenta un collocamento in quiescenza a un'età relativamente bassa, o di quella di destinazione, che preveda una più alta età pensionabile». Calando il principio generale nel caso particolare, Castagna è nato il 2 marzo 1948: ha 67 anni e 8 mesi, peraltro assai ben portati. Quando è andato in pensione, aveva maturato i requisiti allora richiesti. Ma oggi come oggi la riforma Fornero consente di lavorare anche fino ai 70 anni, qualora lo desideri. Quindi il suo caso non rientra nel novero degli incarichi vietati e non vi rientrerebbe neppure se fosse un pensionato della Pubblica amministrazione, circostanza che ad ogni modo non ricorre sebbene Castagna abbia lungamente lavorato per società controllate dalla mano pubblica.
M.B.

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