Don Rigolo accusa: «È un disonore per la comunità»

Giovedì 2 Aprile 2015
PORDENONE - (ldf) «Cosa vuole che le dica. L'unica cosa che mi viene in mente è il termine vergogna. Lo scriva a caratteri cubitali. E la colpa non è certo dell'amministrazione penitenziaria che - dico la verità - ogni giorno cerca di introdurre migliorie all'interno per la qualità della vita. Ma sono palliativi. La realtà è che questo carcere è inadatto e chi non ha fatto nulla deve assumersi le responsabilità. Un disonore per la comunità». Parole dure quelle di Piergiorgio Rigolo, il don che ogni giorno si confronta con la realtà del "Castello". Celle piccole, spazi ridotti, impossibilità di avere luoghi per lavorare. Anche socializzare è complicato. Senza contare che chi lavora opera in condizioni difficili e vive lo stesso disagio dei reclusi. Intanto la nuova struttura che dovrebbe essere realizzata a San Vito, 200 posti, immobile nuovo di zecca, stenta ad andare avanti. A presentare la migliore offerta una associazione di imprese, capofila una Coop. L'offerta è stata giudicata però con un ribasso d'asta considerato anomalo. Il Rup, quindi, ha chiesto ulteriori accertamenti e nuova documentazione. Visto quello che sta accadendo in giro per l'Italia sul fronte degli appalti, facile immaginare che faranno le pulci alla gara. Intanto il nuovo carcere aspetta. Anche a San Vito.
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