Disabili, l'ospedale dimentica oltre 120 assunzioni protette

Mercoledì 22 Ottobre 2014
PORDENONE - In ospedale scoppia il caso delle mancate assunzioni di personale appartenente alle categorie protette. L'Azienda ospedaliera - che non avrebbe provveduto da anni alle assunzioni nella percentuale obbligatoria prevista per legge, a oggi risultano essere ben 123, 105 disabili e 18 orfani - ha proposto alle organizzazioni sindacali, in un incontro al quale ha partecipato anche la Provincia come ente che si occupa della materia, un protocollo che prevede una sorta di "censimento" tra tutto il personale degli addetti che potrebbero rientrare nella normativa che riconosce una percentuale di inabilità al lavoro di almeno il 60%. Una ricognizione che consentirebbe all'Azienda di individuare inabili al lavoro già dipendenti e quindi di abbattere quell'elevato numero di addetti (123 unità) che dovrebbe assumere, ma che vista la situazione economica è impossibilitata a fare. Solo in seguito si siglerebbe una convenzione con il sindacato sulle future assunzioni diluite in un periodo di tempo di almeno cinque anni.
Un percorso che ha trovato però la contrarietà della Cgil. «Confermiamo - ha scritto la Cgil alla direzione - le perplessità e la indisponibilità a sottoscrivere il protocollo. Appare grave come, di fronte a una palese violazione di legge che oramai si ripropone da molti anni, non si provveda a stipulare tempestivamente una convenzione con la Provincia che consenta una sia pur graduale soluzione del problema. Questa è, peraltro, la strada scelta sia dal Cro di Aviano, sia dall'Ass6. Si sceglie, al contrario, di abbattere il numero delle persone da assumere attraverso una ricognizione del personale non dirigenziale che potrebbe potenzialmente rientrare nel computo della quota di riserva dei lavoratori con una inabilità di almeno il 60 per cento. Una decisione che non condividiamo e le cui modalità di raccolta degli elementi informativi da parte dell'Azienda, paiono contrastare con il diritto alla privacy dei dipendenti». «Nessuna violazione della privacy. La proposta avanzata - precisa il direttore Paolo Bordon - intende solo sensibilizzare chi si trova in quella situazione, e solo su base volontaria, a rientrare nelle categorie protette con tutti i vantaggi che ne derivano. Nessun uso di dati sensibili, che non abbiamo e che competono solo ai medici preposti. Ci pare una proposta di buon senso. Ne discuteremo ma andremo avanti con le altre sigle sindacali che sono d'accordo».
Davide Lisetto
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