Deforestazione della Val Rosandra, "stop" alle richieste del Wwf

Martedì 26 Maggio 2015
TRIESTE - Nessun ampliamento del quesito peritale. A richiederlo era stato il Wwf, rappresentato dall'avvocato Alessandro Giadrossi, costituitosi parte civile nell'ambito del processo innescato dalle indagini sui lavori di deforestazione della Val Rosandra eseguiti tra il 24 e il 25 marzo di tre anni fa. Richiesta alla quale la difesa dell'ex vicepresidente della Regione Luca Ciriani si è opposta fin da subito: «Siamo soddisfatti del rigetto della richiesta di ampliare il quesito fatta dalla parte civile Wwf - commentano soddisfatti gli avvocati Caterina Belletti e Luca Ponti che difendono rispettivamente Luca Ciriani e l'ex direttore della Protezione civile Guglielmo Berlasso, coinvolto nel procedimento assieme ai funzionari Cristina Trocca e Adriano Morettin -, cui si è associato il Pm Antonio Miggiani perché sin dal primo giorno abbiamo avallato il quesito del giudice come esaustivo per chiarire la correttezza dell'operato dell'ex assessore e della protezione civile».
«Un buon risultato - prosegue Belletti - visto l'interesse della parte civile ad ampliare l'analisi per ricomparare situazioni che erano del tutto estranee al contesto di cui si parla». La richiesta di ampliare il quesito, secondo la difesa, non è in alcun modo afferente al decreto relativo all'operazione eseguita in Val Rosandra.
Questo l'esito della nuova udienza che si è celebrata ieri al Tribunale di Trieste davanti al giudice Marco Casavecchia. La prossima è stata fissata il 16 novembre. In quell'occasione è prevista l'audizione del perito Mastella, nominato dal giudice. I consulenti dei legali che difendono Ciriani hanno sempre sostenuto che l'intervento fosse «urgente e indifferibile» ossia che non potesse essere rimandato nel tempo.
Elisabetta Batic

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