Crisi di nervi in Valcellina

Lunedì 15 Settembre 2014
A Erto vogliono stendersi in strada, a Claut e Cimolais si preparano a far legname per i traghetti, a Barcis pensano alle sagre (delle lambrette l'ultima), Andreis tace perché è fuori rotta, a Montereale fanno i cinesi e aspettano di vedere cosa porta giù il fiume, da oltre Meduna arriva la proposta inedita ma non peregrina di prosciugare il lago (da verificare attuabilità, costi e sostenibilità). Intanto il Cellina a ogni pisciatina un po' più prolungata di Pluvio, monta sulla 251 e la interrompe all'affluenza del Varma, vittima della ghiaia accumulatagli addosso dal Cellina. Il guaio è ciclico, sicché non c'è da meravigliarsi se la Valcellina è sull'orlo di una crisi di nervi. Che fare perché non diventi ira? Regione e Sindaci annunciano e giurano che, nel giro di quattro cinque mesi, ci sarà il nuovo percorso sopra l'area di esondazione. Vogliamo credere alle buone intenzioni, ma lo scetticismo, visti tempi, modi e affidabilità dell'apparato regionale, è d'obbligo. Fossimo sicuri che in primavera si passerà all'asciutto, inviteremmo i valligiani a tenersi il groppo ancora per un autunno-inverno, ma non lo siamo e, quindi, battiamo il tasto. Si metta subito a cantiere la costruzione di una passerella, mobile od immobile, di ferro o di legno, larga o stretta, lunga quanto basta, sicura come si deve. Poi vengano sopraelevata, sghiaiamenti, le scelte sui trasporti, i patti per i rimborsi e, se protesta dev'essere, protesta sia, a ciascun paese la sua, tutte però scevre dal patema nevrotico di circumnavigare il globo per scendere o salire la valle.

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