Consorzio di bonifica Pianura friulana Un esordio tra polemiche e malumori

Sabato 30 Maggio 2015
Il nuovo Consorzio di Bonifica Pianura Friulana è pronto a sorgere dalla fusione dei due vecchi consorzi di bonifica, quello della Bassa Friulana e il Ledra Tagliamento. Il primo passo in questa direzione si compirà domani e lunedì, quando i consorziati, 70mila aventi diritto al voto tra proprietari di terreni con irrigazione o di immobili in zone di bonifica, dovranno esprimere i 40 consiglieri del nuovo cda, suddivisi nei tre distretti della Valle del Corno, della Destra Torre e dello scolo meccanico, Lagunare e della bassa pianura e poi ancora in quattro fasce contributive. A completare il consiglio, entro giugno, dovrà arrivare la nomina dei 12 rappresentanti scelti dai sindaci degli 87 Comuni del territorio del consorzio. Si arriverà quindi a 52 consiglieri, contro i circa 90 che sommavano i due precedenti cda. Il primo consiglio dovrebbe riunirsi a settembre. Nominato l'organo esecutivo ed eletti presidente e due vicepresidenti, il nuovo Consorzio comincerà a operare facendo "morire" le due vecchie strutture, con un risparmio di circa 1 milione e 700mila euro in tre anni e un abbattimento degli oneri pari a circa il 15% dei due bilanci, senza tagli al personale. Con un ente pronto anche a svolgere nuovi compiti, come i progetti sperimentali per la manutenzione della viabilità rurale e la manutenzione dei canali della Laguna di Marano e Grado, così da attrarre ulteriori risorse.
La fusione, nata da una spinta dal basso, dai due consorzi e pensata per razionalizzare le risorse, fare economie di scala, migliorando i servizi e diminuendo i costi, ha già suscitato qualche malumore più o meno latente. Nell'unica lista presentata il 13 maggio figurano moltissimi nomi nuovi. Finisce l'era della presidenza di Dante Dentesano al Consorzio Ledra Tagliamento e di Roberto Rigonat al Consorzio Bassa Friulana.
I due vecchi presidenti non sono tra questi. Per scelta condivisa secondo le versioni ufficiali, con lo scopo preciso di dare un segnale di novità all'ente neonato. Anche se i "rumor" dicono che la decisione non è stata ben digerita da tutti. E a testimoniare che qualche malumore sul sistema di votazione c'è, è arrivata in questi giorni la comunicazione ufficiale che la Confederazione italiana agricoltori di Udine non parteciperà alle elezioni, né con una propria lista né in cordata con altre: «La creazione del Consorzio unico per tutta la Pianura friulana è una novità positiva. Come Cia, avevamo chiesto di modificare le modalità di elezione per evitare che vecchie logiche si riproponessero in un ente che vuole essere moderno, efficiente e rispondere alle esigenze degli agricoltori e del territorio - spiega il presidente provinciale Paolo Fantin -. L'attuale sistema di votazione è semplicemente una farsa e un dispendio di risorse finanziarie, si spenderà molto denaro per le operazioni di voto, mentre le decisioni sulla governance dell'ente sono già state prese in altre sedi, non certo dagli agricoltori. Non abbiamo accettato le condizioni imposteci, perché così facendo, ci saremmo solo prestati a legittimare un ennesimo gioco di potere».
Per la validità delle votazioni sarà necessario raggiungere il quorum: il 20% della contribuenza o il 15% degli aventi diritto.
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