Comuni, si allunga la battaglia al Tar

Domenica 24 Maggio 2015
TRIESTE - Se tutto va bene, se ne riparla ad autunno. Sarà fissato ben dopo l'estate l'esame in udienza pubblica del ricorso proposto al Tribunale amministrativo regionale da 57 Comuni contro l'applicazione della legge regionale di riforma degli Enti locali, con l'introduzione delle Unioni territoriali. A tale ricorso si affianca, nelle medesime condizioni, una seconda iniziativa di contenzioso amministrativo proposta a difesa della rappresentanza della minoranza slovena dal Comune di San Floriano del Collio e da 7 persone interessate a tutelare nella questione i propri interessi legittimi. Analogamente a quanto avvenuto per il ricorso degli ex consiglieri regionali contro la temporanea riduzione dei loro assegni vitalizi, tale slittamento nel tempo è dovuto semplicemente alla circostanza che i promotori dei ricorsi rinunciano alla richiesta di sospensione cautelare del provvedimento fin qui impugnato, ossia la mappatura provvisoria delle 17 Unioni. Talmente provvisoria che nel frattempo, in attesa della mappatura definitiva (che ha natura di delibera di Giunta e perciò di atto amministrativo impugnabile al Tar), il Consiglio regionale ha approvato una nuova norma di legge che introduce la diciottesima Unione per i Comuni della Val Canale e del Canal del Ferro.
I ricorsi fanno riserva d'impugnazione dei cosiddetti atti successivi, ossia per l'appunto la mappatura definitiva ormai imminente e ogni altra misura applicativa della riforma. Le Unioni cominceranno formalmente ad esistere il prossimo ottobre, tuttavia sarà nell'ampio arco di tempo che spazia dal gennaio 2016 a tutto il 2018 che la gestione unitaria della maggioranza delle funzioni municipali assumerà efficacia operativa.
I Comuni in rivolta contro la legge regionale lamentano una serie di violazioni fra le quali campeggia il principio costituzionale di tutela dell'autonomia municipale. Ma lo scopo di fondo è tentare una sospensione del giudizio con trasmissione degli atti alla Corte costituzionale: in tale evenienza verrebbe minacciata direttamente la legge di riforma.
Sul terreno politico, i tempi medio-lunghi che si annunciano al Tar non giocano propriamente a sfavore dei Comuni "ribelli": avranno ora il tempo d'impugnare i prossimi atti della Regione e in ogni caso, per parecchi mesi, di mantenere sulla testa della riforma una ingombrante e minacciosa spada di Damocle.
Maurizio Bait
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