Centinaia di assunti in Regione

Sabato 5 Settembre 2015
TRIESTE - Nei prossimi anni, dopo fatto il riassorbimento dei dipendenti provinciali, almeno una parte degli oltre mille dipendenti regionali e comunali in uscita per pensionamento potrà essere sostituita da nuovi assunti. È la prospettiva che Mamma Regione intende agevolare consentendo su base volontaria a chi sta per lasciare il servizio di trasformare il tempo pieno in part-time, aprendo al tempo steso le porte a un giovane da reclutare a tempo pieno - ma anche a tempo indeterminato - una volta che il "vecio" sarà andato in pensione.
I numeri del resto parlano da soli: per limitarci all'ente Regione, entro il 2015 il 40% dei dipendenti regionali lascerà il posto. Parliamo di 1.150 persone. Negli Enti locali la situazione non è molto diversa.
«Dobbiamo razionalizzare la pubblica amministrazione, ma questo non significa smantellare tutto, l'invecchiamento del personale del Comparto unico è un problema che va affrontato, anche per offrire prospettive di lavoro ai nostri giovani»: risponde così alle perplessità avanzate dal sindacato l'assessore Paolo Panontin, che sta proponendo ai "portatori d'interesse" il testo della sua riforma del Comparto unico del pubblico impiego. «Quanto potremo esercitare la leva delle assunzioni dipenderà dalla quantità di risorse che saremo in grado di mettere in campo», precisa. In ogni caso, «per definire i termini di tale patto generazionale dobbiamo attendere le annunciate novità nazionali in campo previdenziale», mette le mani avanti Panontin nell'evidente intenzione di non sovrapporre norme locali magari in contraddizione con lo "scivolo" oneroso che il Governo Renzi sta ora definendo per chi sia vicino alla pensione.
Quanto all'Anci, che accusa la nuova legge di una visione "regionecentrica" della gestione del personale del Comparto Fvg, l'assessore chiarisce: «Nessuna volontà di sottrarre competenze ai Comuni, anzi. Vogliamo ragionare sui numeri, i quali ci dicono che sono conseguibili importanti risparmi. Ma non sulla pelle degli Enti locali, bensì condividendo risorse e decisioni nel segno di un servizio unitario efficiente e risparmioso». L'esempio lampante prefigurato dalla Regione è la gestione delle buste-paga: «Un ponderoso studio di Insiel dimostra che unificando la gestione del servizio occorreranno 20 persone anziché 60 con 4mila ore all'anno anziché 12.500». In tal modo «gli altri 40 dipendenti saranno assegnati a compiti diversi e più utili alla collettività». La medesima filosofia che ha animato l'istituzione della Centrale unica di committenza, sottolineano in Regione.
Resta un fatto: «Il testo non è ancora legge ed è aperto alle riflessioni - puntualizza Panontin - prova ne sia che a metà mese ci confronteremo ancora con sindacati ed Enti locali. «Non credo proprio che i Comuni o i sindacati vogliano confermare una frammentazione che non giova a nessuno». C'è poi il nodo della dirigenza e del suo albo unico di Comparto in Fvg: «Parliamoci chiaro - taglia corto l'assessore - e diciamoci che la Regione non intende discostarsi dalla riforma nazionale del ministro Marianna Madia». Ciò significa che «in quel solco noi agiremo per esaltare l'autonomia». Per questo motivo «abbiamo pensato a un albo regionale e non nazionale dei dirigenti». Ma «se servono chiarimenti o aggiustamenti, noi siamo qui. Pronti».
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