Barelle nei corridoi e dieci ore di attesa

Venerdì 27 Febbraio 2015
Pazienti che per avere la prestazione completa attendono anche 10 - 11 tra la sala d'aspetto e i corridoi. Anziani che pur avendo la prescrizione per il ricovero devono comunque mettersi in coda e aspettare il proprio turno, solitamente diverse ore, prima di avere un letto libero. Utenti, anche con codici alti che dopo aver fatto il percorso diagnostico sono parcheggiati nel corridoio del pronto soccorso in attesa di un posto libero in reparto. È quanto accade - fortunatamente non tutti i giorni - al Pronto soccorso del Santa Maria degli Angeli. Situazioni che capitano sempre più spesso e che mettono in difficoltà il rapporto tra operatori e pazienti. L'altro giorno, tanto per fare un esempio concerto, una donna anziana arrivata alle 14 è stata dimessa poco prima di mezzanotte. Dieci ore seduta in sala d'attesa, anche se alla fine è uscita dopo aver effettuato l'intero percorso diagnostico. Non è certo l'unica. Anzi, i casi sono parecchi e in attesa, distesi sulle barelle dopo la prima valutazione, finiscono anche codici gialli, pazienti che hanno patologie serie. Senza contare la miriade di persone con codici bassi che prima di avere un contatto con un medico devono stare seduti in una scomoda sala di attesa ore e ore. Una precisazione è d'obbligo: la responsabilità non è certo degli operatori. Al pronto soccorso tutti lavorano sodo e la professionalità è riconosciuta al punto che nella cassetta dei consigli e reclami dentro la quale finiscono le osservazioni dei pazienti, non ci sono lamentele contro chi lavora al pronto soccorso. Così come la causa non è del primario, Francesco Moscariello, medico di alto livello, coscienzioso e scrupoloso. I problemi sono altri. Li conosce bene anche il direttore Paolo Bordon che insieme a Moscariello sta cercando di trovare soluzioni. È chiaro, però, che servono soldi, ma anche un po' di fortuna, come trovare i medici che diano la disponibilità a lavorare nel servizio. Tra trasferimenti e maternità l'organico oggi è sotto di tre medici. Sono andati a vuoto gli ultimi bandi. Da aggiungere che i medici del Pronto soccorso oltre ai pazienti che si presentano al triage, seguono 8 letti di semintensiva e 15 di osservazione e degenza breve. A fronte di un accesso di circa 60 mila presenze l'anno (compreso Sacile) e considerando il fatto che per un codice giallo servono almeno 40 minuti di prestazione (più o meno 25 per un codice verde) facile immaginare che le attese si allungano. Pesa parecchio, poi, anche un altro aspetto: gran parte dei pazienti sono anziani multiproblematici (più patologie) e ben il 50 per cento della diagnostica anche di chi viene poi ricoverato è effettuata al pronto soccorso. Insomma, una mole di lavoro pesante e - per evitare errori, sempre in agguato - tutto deve essere svolto con attenzione. Ultimo, ma non certo per importanza, il fatto che i posti letto nei reparti sono contati e il 75% dei ricoveri dal pronto soccorso finisce nell'area Medica. Questo significa che sempre più spesso, una volta terminato l'iter diagnostico al pronto soccorso con la necessità del ricovero, manca il letto in reparto. Il paziente viene sistemato in corridoio ad aspettare che si liberi un posto. Anche per diverse ore.
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